Bruxelles – Sono passate meno di ventiquattro ore dalle accuse mosse a Mosca dalla Nato per aver installato basi di lancio per missili vietati e capaci di colpire rapidamente l’Europa, che già è arrivato l’annuncio di una nuova minaccia – stavolta cibernetica e per fortuna sventata – messa in campo ad aprile dall’intelligence russa contro l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
I malumori nei confronti della Russia sono (ri) montati il 3 ottobre, nel corso della seconda giornata di ministeriale Nato a Evere, dopo che i Paesi Bassi hanno mosso accuse ai servizi militari russi per aver sferrato un attacco cibernetico “ostile” contro la predetta organizzazione con sede in territorio olandese.
Secondo quanto riportato da un comunicato dell’Alleanza, “l’operazione è stata portata avanti dal GRU, il servizio di intelligence militare russo” ma “è stato sventato dai servizi segreti olandesi insieme a quelli britannici”, “che hanno identificato la GRU dietro a una serie di attacchi in tutto il mondo”.
Ad aiutare Amsterdam a sventare l’attacco contro l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, è stato proprio il Regno Unito, che da tempo è in aperto contrasto con la Russia per un attacco chimico che – Londra sostiene, e gli alleati concordano – il Paese avrebbe sferrato contro un ex agente dei servizi russi, sul territorio britannico, causando un effetto domino a livello diplomatico un po’ in tutta l’Ue e l’Alleanza atlantica. .
Alla “minaccia” nucleare dei giorni scorsi che, ha reiterato oggi il segretario Generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenber, “è destabilizzante e costituisce un serio rischio per la sicurezza”, si è aggiunta quindi quella cyber, che, però sembra preoccupare meno.
“Niente paura” è sembrato infatti voler dire il Segretario dell’Alleanza Jens Stoltenberg. L’attacco è stato sventato e gli Alleati Nato hanno intenzione di potenziare le proprie capacità cibernetiche e il coordinamento tra loro, e, cosa forse ancora più importante, gli Stati Uniti sono disposti a mettere in campo il proprio know-how (o, più probabilmente, una limitatissima parte dello stesso) per aiutare gli alleati a respingere i cyberattacchi.
“Rispondiamo ogni giorno” ad attacchi di questo tipo, ha rivelato il numero uno dell’Alleanza, e il fatto che “l’attacco sia stato sventato” mostra come la situazione stia migliorando nella reazione agli “attacchi cibernetici”.
“La Nato continuerà a rafforzare le sue capacità di difesa e deterrenza nell’ambito cyber”, nel quale sta facendo “ampi progressi”, grazie alla messa in piedi di un nuovo “Centro per le operazioni cibernetiche”, che si avvale anche dei progressi nella creazione di “squadre di supporto – ai Paesi Nato – per contrastare le minacce ibride” e continuerà a “rafforzare la capacità di cyber-resilienza”, integrando “le capacità informatiche nazionali nelle missioni e nelle operazioni Nato”.
“Naturalmente” ha puntualizzato Stoltenberg, “rimaniamo un’alleanza difensiva” che “agisce proporzionalmente e in line con le leggi internazionali”.
Stoltenberg ha poi richiamato nuovamente la Russia all’ordine, dicendo che Mosca deve smetterla con questo comportamento” che include “l’uso della forza contro i vicini, tentativi di interferenze nei processi elettorali e diffusione di disinformazione e campagne”.
Anche il segretario della Difesa USA Mattis è intervenuto a fine riunione sulla questione, dichiarando che dal momento che gli attacchi stanno diventando più “frequenti, complessi e distruttivi”, gli Stati Uniti e altri membri Nato renderanno disponibili le proprie capacità di cyber warfare a chi ne avrà bisogno.
“Gli Stati Uniti, come il Regno Unito, la Danimarca, i Paesi Bassi e l’Estonia, forniranno contributi nazionali in materia cyber per aiutare la Nato a combattere in questo importante settore”, ha spiegato Mattis.
Piuttosto allarmata è sembrata la reazione dell’Unione europea alla vicenda, con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e l’alta rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Federica Mogherini che, in un dichiarazione congiunta, hanno condannato “l’atto aggressivo” contro un’organizzazione che lavora per rimuovere le armi chimiche in giro per il mondo – il che lo rende particolarmente riprovevole.
“Deploriamo queste azioni – hanno detto Tusk e Mogherini – perché minano le leggi internazionali e le istituzioni internazionali”. L’Ue, hanno aggiunto i due, “continuerà a rafforzare la resilienza per le sue istituzioni e quelle degli Stati membri, i partner e le organizzazioni internazionali operanti nel settore digitale”.