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    Home » Politica » Johnson e May, sale la tensione. L’ex ministro: “Fermerò la mortificazione di noi stessi”

    Johnson e May, sale la tensione. L’ex ministro: “Fermerò la mortificazione di noi stessi”

    L'ex ministro degli Esteri ieri ha usato parole durissime nei confronti del piano per la Brexit. May: "Sono irritata. L’interesse nazionale è al primo posto"

    Caterina Ristori</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Caterina_Ue" target="_blank">@Caterina_Ue</a> di Caterina Ristori @Caterina_Ue
    3 Ottobre 2018
    in Politica

    Bruxelles – L’ex sindaco di Londra di Boris Johnson non ha usato mezzi termini: il Chequers plan è una ‘truffa’ che rischia di far avanzare l’estrema destra. Lo ha detto ieri nel suo lungo discorso, tenuto in un evento a margine della conferenza annuale dei Tories, oggi al suo ultimo giorno. Il popolarissimo ex ministro degli Esteri aveva creato lunghe file d’attesa per assistere al suo intervento, che si è aperto con una battuta rivolta al cancelliere Philip Hammond, la cui previsione che Johnson non diverrà primo ministro “rischia di essere l’unica previsione del Tesoro che contenga una minima parte di verità”. Touché.

    La Brexit, come era facile immaginare, è stato il pezzo forte del suo intervento: Johnson ha denunciato le proposte del piano Chequers, che causerebbero una situazione in cui il Regno Unito resterebbe “mezzo dentro e mezzo fuori”, “truffando” il popolo elettore e consentendo all’estrema destra di trarne benefici molto più di chiunque altro.

    L’ex sindaco non è andato per il sottile, affermando che “dopo 1.000 anni di indipendenza” si sente “preoccupato” perché “questo Paese, nel 2018, potrebbe veramente perdere la fiducia nelle sue istituzioni democratiche”; aggiunge anche che “dovremmo essere demoralizzati e stanchi di essere sottoposti al dominio delle istituzioni straniere”. Il suo ruolo, quindi, sarà quello di “fermare quella che sembra una ridicola mortificazione della fiducia in noi stessi”, perché “possiamo farcela”, ha sottolineato.

    Viene da pensare, nonostante la battuta iniziale, che BoJo voglia effettivamente sfidare la leadership della premier Theresa May, attaccando duramente Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione laburista; sul finale però sembra avercela solo con il piano e non con la sua sostenitrice. “Fate pressione sul governo affinché porti a termine quello per cui la gente ha votato e sostenete May nel migliore dei modi”, ha detto, “supportando il suo piano originario”. L’alternativa, per Johnson, sarebbe la ‘hard Brexit’.

    Oggi May terrà il discorso conclusivo della conferenza Tories, provando a riassestare la sua posizione dopo il duro test di ieri: è difficile infatti ignorare che l’ex sindaco sia riuscito a raccogliere una platea di 1.500 persone, che l’hanno acclamato. L’umore della premier, sicuramente, non è dei migliori. “Il discorso di Johnson mi ha fatto arrabbiare”, ha detto a seguito dell’attacco nei confronti del suo piano per la Brexit.

    Sicuramente la situazione non è delle migliori per May, con una parte dei conservatori che la osteggiano da un lato, e dall’altro un’Unione europea che a Salisburgo, la settimana scorsa, ha chiuso la porta in faccia alle sue proposte. Intanto, si avvicinano le scadenze e l’accordo ancora, di fatto, non c’è.

    Tags: Boris JohnbrexitChequers planConferenza Tories 2018conservatoridiscorsoJeremy Corbinleadershipno dealSalisburgoTheresa MayueUk

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