dall’inviato
Lussemburgo – L’Italia è sola. E’ isolata in Europa con mai nella sua storia comunitaria recente. L’Eurogruppo di Lussemburgo, primo degli appuntamenti economici in programma nel granducato da qui a domani, mostra un fronte compatto anti-Italia ancora prima dell’avvio dei lavori. Tutti, nessuno escluso, sottolineano come la manovra annunciata dal governo 5Stelle-Lega abbia rotto i patti, minato la fiducia dei partner e dell’eurozona. “L’Italia non è in agenda, ma ce l’hanno tutti in mente”, riconosce il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Tutti abbiamo domande, e tutti attendiamo risposte”.
Non piace l’intenzione di aumentare la spesa. Il rapporto deficit/Pil invece di scendere e rimanere all’1,6% sarà portato al 2,4% nel 2019 e fino al 2021. “I segnali non sono confortanti”, riconosce il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra. Ovviamente per potersi esprimere “abbiamo bisogno di vedere il quadro completo”, ma prima di tutto “spetta alla Commissione europea esprimere un parere, tenendo in conto le regole esistenti”.
I Paesi Bassi lanciano un messaggio a Bruxelles e una frecciata a Roma. Chiedono provvedimenti contro il governo Conte, e il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis, lascia intendere che stangate non sono affatto escluse. “La manovra sembra violare le regole”, dice. Così a prima vista “non è compatibile con il patto di stabilità”. E il responsabile per gli Affari economici, Pierre Moscovici, gli fa eco. “Per adesso quello che so è che, guardano le cifre, l’Italia ha presentato una deviazione molto significativa dagli impegni assunti in precedenza”.
L’8 novembre la Commissione deve presentare le previsioni economiche di autunno. Si tratta del documento che indicherà se la manovra italiana è stata bocciata o no. Le stime di crescita per l’Italia, riviste al rialzo l’ultima volta, si basano sull’assunto di politiche invariate. Adesso tutto è cambiato, e troppo. Persino Stati membri tradizionalmente vicini all’Italia contestano le intenzioni dello Stivale. “Le regole non ci stanno perché siano infrante”, lamenta il maltese Edward Scicluna, con Moscovici che rassicura sponda sud e nord dell’Eurozona. “Ci sono le regole perché siano rispettate, e il mio compito è farle rispettare”.
L’Italia, con la sua manovra economica, è riuscita a mettere d’accordo Paesi più e meno rigoristi dell’Eurozona. Adesso va incontro a stangate, se non dovesse tornare sui propri passi. I richiami intendono suggerire al Paese di modificare qualcosa, finché c’è ancora tempo a disposizione. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si ritrova il non semplice compito di provare a convincere partner per nulla convinti. “Cercherò di spiegare quello che sta accadendo”, dica al suo arrivo. L’impressione è che non risulti credibile. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, convoca una conferenza stampa prima dell’avvio dei lavori per dire che “le decisioni italiane rendono il completamento dell’unione economica e monetaria non più difficile, ma più necessaria”. Segno che si guarda con preoccupazione a cosa avviene al di là delle Alpi.
L’Italia è motivo di rischio contagio. Le Maire lo dice implicitamente. “La zona Euro è in grado di far fronte a nuove crisi? La risposta è no”. Visto e considerato che “il futuro degli Stati sono collegati tra loro”. Domani mattina si parlerà di semestre europeo, il ciclo di politiche economiche dei Paesi Ue. Tria però non ci sarà. Le limature del Documento di economica e finanza lo chiamano a Roma, e non parteciperà ai lavori dell’Ecofin. Un posto vuoto attorno al tavolo, quando dall’Italia tutti si attendono ben altro.