Bruxelles – Un raggio di sole, dopo un raggio di luna. Aleksandar Kolarov e un gol che illumina un pomeriggio terso e pure improvvisamente scuro. La Roma si complica la vita, la stracittadina si mette in salita ed ecco il tiro che scaccia fantasmi e paure. E’ la rete del nuovo vantaggio, il raggio di sole, appunto, dopo un raggio di luna che si credeva perduto nel tempo.
Arne Selmosson e Aleksandar Kolarov, due non romani che hanno legato per sempre il loro nome alla città e all’appuntamento che questa attende da sempre con spasmodica e trepidante attesa. Distanti sessant’anni l’uno dall’altro, distanti migliaia di chilometri l’uno dall’altro. Svedese il primo, serbo il secondo. Nulla in comune, per due personaggi fuori dal rispettivo tempo e pur accomunati da una stessa storia, l’impresa di segnare nel derby di Roma con entrambe le maglie..
Arne Selmosson e Aleksandar Kolarov, figure capaci di dividere una città e alimentare la rivalità tra due opposte tifoserie. Il primo, in ordine di tempo, il ragazzo di Götene finito a vestire i panni laziali a metà degli anni Cinquanta. Con quella maglia 31 reti in tre stagioni, compresa quella nel derby. E’ il 3 marzo del 1957. Alla fine di quella stagione la cessione, dall’altra parte del Tevere, tra le proteste dei laziali. Il 30 novembre 1958, il classico gol dell’ex, che manda in estasi i tifosi giallo-rossi e su tutte le furie quelli bianco-celesti.
Stessa storia quella recente, con Kolarov prima eroe laziale e poi eroe romanista. Tre anni nell’Urbe, un gol alla squadra con nome e colori di Roma, dove arriva dopo sei stagioni a Manchester, sponda City, stessi colori della Lazio. Oggi la rete che cambia l’inerzia di un match che sembrava girato a favore dei suoi ex-compagni di squadra, e un’esultanza che i laziali non avrebbero voluto vedere e che i romanisti non osavano neppure chiedere. Da lì in avanti il 2-1 di Kolarov è diventato anche 3-1. Lo stesso punteggio finale di sessant’anni fa, quando anche raggio di luna siglò il più celebre gol dell’ex.