Bruxelles – Informazioni false, ingannevoli o distorte: ormai, nostro malgrado, siamo avvezzi a navigare in un mare magnum di notizie pieni di dubbi e sempre sul ‘chi va là’ quando ci apprestiamo ad informarci online. Una cosa va detta, però: le fake news esistono da tempo immemore. Ciò che è cambiato è la velocità con cui esse ora hanno modo di diffondersi ovunque, grazie a (o per colpa di) Internet.
Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento, ha aperto stamani la conferenza sul Fact-Checking nell’Unione europea: si parla di ‘controllo dei fatti’, necessario conseguentemente alla diffusione di notizie false e di informazioni illusorie che hanno il duplice scopo di favorire guadagni economici e di influenzare il pensiero dei cittadini. Il tema è caldo, soprattutto in vista delle prossime elezioni e della campagna elettorale che le precederà, al punto che potrebbe costituire una vera e propria minaccia al processo democratico e alla protezione della salute dei cittadini comunitari (basti pensare al recente dibattito sull’efficacia o meno dei vaccini, di cui è stata protagonista, suo malgrado, l’Italia). Proprio ieri è stato adottato dalla Commissione europea un codice di autoregolamentazione per le piattaforme digitali, per rispondere alla crescente diffusione di fake news e disinformazione online mediante le migliori azioni a disposizione.
Le elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno potrebbero rappresentare effettivamente uno spartiacque, avendo luogo in un momento in cui l’Unione europea fronteggia sfide senza precedenti, sia interne che esterne, come la crisi migratoria e il crescente livello di insicurezza internazionale. Le istituzioni si sono dovute raffrontare, negli ultimi anni, con un calo della fiducia nei loro confronti, dovuto ai cambiamenti in campo tecnologico che hanno portato alla modifica sostanziale del settore dell’informazione. In questa situazione estremamente volatile e con l’avvicinarsi delle elezioni, il Parlamento europeo ha promosso una conferenza in cui i fact-checkers (i ‘controllori dei fatti’) di tutta Europa potessero confrontarsi e scambiare idee ed esperienza.
“È essenziale la protezione delle informazioni in vista delle prossime elezioni. Purtroppo assistiamo quotidianamente ad una deliberata disinformazione online, che può mettere seriamente in difficoltà l’integrità del sistema democratico”, ha affermato Marija Gabriel, commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali. “Ciò porta inevitabilmente ad una sfiducia dei cittadini nei confronti dei media digitali, oltre a rendere sempre più complicato il lavoro dei giornalisti, venendone meno la credibilità”. Le piattaforme online – Facebook, Twitter, Youtube ecc. – per Gabriel “hanno delle precise responsabilità e devono avere un ruolo proattivo: la tecnologia consente la creazione e diffusione di fake news molto più rapidamente rispetto a quanto avviene sulla carta stampata. Le notizie false riescono, tramite i social media, ad attirare attenzione con il solo scopo di aumentare i proventi pubblicitari (i cosiddetti ‘clickbait’, contenuti web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile di utenti internet, ndr), facendo concorrenza agli altri media digitali”, ha aggiunto.
Lo scorso 26 aprile, in quest’ottica, è stata presentata dalla Commissione una strategia per il contrasto della disinformazione online. Lo scopo ultimo è quello della riduzione delle fake news, sulla base di quattro principi cardine, rappresentati dalla trasparenza sull’origine dell’informazione e il modo in cui questa è stata prodotta e diffusa, così da informare i cittadini di eventuali notizie manipolate; la promozione della diversità dell’informazione, per garantire la possibilità di compiere scelte coscienti; la credibilità delle notizie, fornendo indicazioni riguardo all’affidabilità delle stesse; infine, la fornitura di soluzioni inclusive, con la collaborazione di autorità pubbliche, piattaforme online, giornalisti e altri media.
“La Commissione promuoverà iniziative per favorire l’educazione ai media: i cittadini formati sono in grado di riconoscere la ‘bontà’ di una notizia. In questa direzione è essenziale la collaborazione dei giornalisti e dei fact-checkers”, ha precisato Gabriel. Fact-checkers che devono essere indipendenti da qualsiasi tipo di influenza politica e commerciale, così da lavorare in modo più corretto possibile. “La Commissione farà la sua parte, impegnandosi a dare pieno accesso alle fonti dei dati, ma poi tocca ai controllori fare le opportune verifiche e agire di conseguenza”, ha concluso.
Il target verso cui deve essere direzionata l’azione dei controllori è rappresentato da candidati, media, social media influencers; i canali da tenere sotto controllo sono le più grandi piattaforme social, come Facebook, Instagram e Twitter. Nel frattempo, tra i grandi, hanno firmato il codice di autoregolamentazione Zuckerberg, oltre a Google e Mozilla. “E’ la prima volta che l’industria si mette d’accordo su un insieme di norme di autoregolazione per lottare contro la disinformazione in tutto il mondo, su base volontaria”, ha affermato Gabriel. I firmatari si impegnano, tra le altre cose, a rendere più trasparente la pubblicità politica e ad eliminare account falsi, oltre a tagliare i proventi pubblicitari a quegli account e siti web che diffondono notizie false.