Bruxelles – Ditelo a parole vostre. Gli italiani sembrano prendere veramente alla lettera il noto detto impiegato per chiedere spiegazioni semplici. Il modo più semplice di esprimersi per gli italiani è… l’italiano. Che c’è di strano? Apparentemente nulla, anzi sembrerebbe logico e naturale. Ma se si dà un’occhiata alle classifiche relative alla conoscenza delle lingue straniere, allora si vede la difficoltà nazionale a tenere il passo del resto d’Europa.
Gli italiani non sono dei veri e propri campioni delle lingue. I dati Eurostat lo certificano in modo chiaro. Dando un’occhiata alla popolazione adulta (25-64 anni), nella Penisola una persona su tre (34%) non parla alcuna lingua straniera. Incontrare qualcuno che di lingue diverse dalla propria ne conosca addirittura due, non è propriamente facile; sono due italiani su dieci (20,1%) a dichiarare di sapere parlare due lingue straniere. Per performance culturale-comunicazionale l’Italia è diciannovesima in tutta l’Ue.
Gli italiani non sono poliglotti, ma monoglotti. Per gli italiani quando si tratta di spostarsi dall’italiano, tutto si riduce ad una lingua sola. Chi è in grado di parlare un solo idioma diverso dal proprio è la maggioranza relativa della popolazione (41,6%), con una performance in questo caso superiore alla media Ue (35,2%). Lo Stivale è decimo per quota di popolazione capace di parlare una lingua.
Ad avere una propensione per le lingue minore di quella degli italiani sono francesi, spagnoli e britannici. Un dato che si spiega col potere delle lingue parlate, vero e proprio strumento per la comunicazione col resto del mondo. Essere depositari di lingue ‘globali’ non aiuta a cimentarsi in altri campi linguistici.