Bruxelles – La riservatezza prevale sul diritto di cronaca. E sulla trasparenza. Le informazioni relative alle spese dei parlamentari europei quali indennità giornaliere, indennità per spese di viaggio e indennità di assistenza parlamentare degli eurodeputati sono, in parole povere, protette dal diritto/dovere di privacy. Ricadono nell’ambito di attuazione delle regole comunitarie in materia, e di conseguenza la stampa non può avere accesso ai documenti. Lo ha stabilito il Tribunale dell’Ue. Una brutta notizia, perché in prospettiva anche se i cronisti volessero procurarsi i documenti, potrebbero essere perseguiti in caso di pubblicazione e rivelazione di nomi e cognomi.
Chi ha speso quanto? Domanda che non può avere risposta, a meno del consenso del diretto interessato. Il Tribunale è chiaro. Le istituzioni comunitarie possono, come fatto dal Parlamento Ue in questo caso, rifiutare l’accesso a un documento “la cui divulgazione arreca pregiudizio alla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo”, e tale regola deve essere attuata in conformità con la legislazione dell’Unione sulla protezione dei dati personali. Ai sensi di legge, l’espressione “dati personali” intende qualsiasi informazione concernente una persona fisica identificata o identificabile.
Gli europarlamentari dunque vanno tutelati, come tutti. Con pro e contro, come ogni cosa che si rispetti. I giudici di Lussemburgo sono pure dell’idea che non avrebbe senso divulgare i contenuti sulle spese fatte in modo anonimo. Cancellare le generalità e limitarsi a riportare le note spese priverebbe tutto “di qualsiasi utilità”, data l’impossibilità di collegare fattura a nome. E poi ci sono aspetti economici. Il Tribunale ritiene che l’oscuramento di tutti i dati personali contenuti nei documenti richiesti comporti un onere amministrativo “eccessivo”, considerato il volume dei documenti disponibili e richiesti. Non s’ha da fare. E non s’ha da sapere.
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Ad aiutare i cittadini europei come i soldi vengono utilizzati ci prova il gruppo dei Verdi. Di fronte alla decisione dei giudici di Lussemburgo i ‘Greens’ rispondono invitando i parlamentari a conservare ricevuti, scontrini, fatture e rendere pubblico l’ammontare delle spese sostenute per la loro attività di deputati. Assicura inoltra che risorse non spese al termine della legislatura verranno restituite. Anche questo sarà rendicontato e messo agli atti.