Bruxelles – Mettendo fine a cinque giorni di attesa e incertezza per chi si aspettava una qualche decisione comunitaria in merito alla situazione polacca, la Commissione europea ha infine annunciato che porterà la Polonia di fronte alla Corte di Giustizia dell’Ue per per le gravi “violazioni del principio di indipendenza giudiziaria” in atto nel Paese.
La mossa dell’esecutivo è stata annunciata lunedì 24 settembre dopo essere stata decisa dal Collegio dei commissari lo scorso mercoledì, a seguito del dibattito che i ministri Ue hanno tenuto durante il Consiglio Affari generali il giorno precedente. Mercoledì, tuttavia, la Commissione aveva negato che il Collegio avesse preso decisioni merito, probabilmente per valutare i risultati del colloquio che il primo ministro del Paese Mateusz Morawiecki con il presidente della Corte suprema polacca Małgorzata Gersdorf – che evidentemente si sono rivelati non soddisfacenti.
La portavoce della Commissione ha spiegato che la “continua applicazione” della legge che obbliga “al pensionamento anticipato” i giudici della Corte suprema per far sì che vengano sostituiti da colleghi eletti dal Parlamento – e fedeli al governo – è troppo “grave e irreparabile”e costituisce la ragione per la quale l’esecutivo Ue “chiederà alla Corte di prendere misure”
Il prepensionamento obbligato dei giudici e altre manovre volte ad attaccare il sistema giudiziario, avevano portato l’Unione ad avviare la procedura di infrazione contro la Polonia prevista dall’articolo 7 del Trattato sull’Unione per le “minacce sistematiche” allo Stato di diritto in atto nel Paese.
L’esecutivo comunitario chiederà alla Corte di “sospendere il regime di prepensionamento”, per far si che i “giudici vittima della nuova legge continuino a esercitare completamente le loro funzioni” che il governo polacco “smetta di nominare giudici al posto di quelli già ritirati”, compresa la “nomina di un nuovo primo presidente della Corte suprema” al posto di quello vecchio.
“L’urgenza della situazione” porta la Commissione a premere sui giudici di Lussemburgo perché una risposta sia data “il prima possibile”, ha detto la portavoce, senza tuttavia indicare un termine preciso. Il Collegio, ha spiegato la Commissione, “sostiene” il punto di vista del “vice presidente Timmermans” su “quando e come procedere con il prossimo passo della procedura di infrazione”.
La scorsa settimana il vicepresidente della Commissione europea aveva fatto presente che, a partire da giugno, vi era stato un crescendo di preoccupazione dell’Ue in merito alla situazione polacca.
La decisione di portare Varsavia di fronte alla Corte, potrebbe sfociare in una serie di sanzioni, e portare il Paese alla perdita del proprio diritto di voto in seno al Consiglio europeo.