Roma – Una lite davanti alle telecamere con il ministro dell’Interno lussemburghese sui temi dell’immigrazione. Poi un j’accuse contro Malta “che se ne frega dei suoi doveri” rispetto ai 148 nuovi sbarcati in Sicilia e alle imbarcazioni di migranti alla deriva; quindi un braccio di ferro con la Germania sui movimenti secondari, con i tedeschi che danno per chiuso l’accordo tra i governi e il ministro italiano che invece condiziona il suo sì alla reciprocità degli scambi rigorosamente “a saldo zero”. Non è stato un venerdì tranquillo per Matteo Salvini, il nuovo volto dell’Europa, come ha scritto la rivista Time, impegnato oggi sulla ribalta internazionale.
Da Vienna, dove è attovagliato con i suoi colleghi continentali, il vicepremier litiga con il lussemburghese Jean Asselborn, noto per essere tra i più fieri oppositori di Viktror Orbàn. Salvini prende la parola per spiegare che il governo italiano “non ha l’esigenza di avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più”. Parole puntute che provocano immediatamente la reazione di Asselborn, che abbandona la sobrietà del consesso e commenta con un’espressione assai colorita, “merde alors” (in italiano si potrebbe tradurre “cazz…”, nell’accezione di “vai al diavolo”), le parole di Salvini. Al quale rinfaccia anche, non senza puntare l’indice accusatore, di avere dimenticato di quando i migranti erano gli italiani, molti dei quali in cerca di lavoro e fortuna proprio in Lussemburgo e dell’ospitalità che gli venne riservata “Occupatevi dei vostri soldi per aiutare a dare da mangiare ai vostri figli” scandisce Asselborn: incidente diplomatico assicurato, notizia che fa il giro del mondo. Più tardi il ministro italiano bollerà come “volgare” l’atteggiamento del collega del Gran Ducato.
Ma la vera tensione non si limita al battibecco con Asselborn. Con Malta è scontro aperto proprio sui salvataggi in mare. “C’è un Paese membro che se ne sta ampiamente fregando dei suoi doveri, con ripetuti casi di molteplici navi, anche in difficoltà in acque maltesi, ignorate
o accompagnate verso l’Italia, alla faccia della solidarietà”, dice Salvini . Da La Valletta non arriva alcun commento ma la tensione resta intatta.
Terzo fronte aperto da Salvini, fulcro del braccio di ferro tra l’Italia e il resto d’Europa, quello con la Gemania in materia di movimenti secondari. Sembra un dialogo tra sordi, con il governo di Berlino che già da ieri fa trapelare la chiusura dell’accordo con Roma. Tanto che in mattinata la portavoce del ministro dell’interno Horst Seehofer, Eleonore Petreman, fa sapere che quello che ha detto ieri Matteo Salvini, “non corrisponde al nostro stato di conoscenza delle cose. L’accordo politico è stato preso”, ma mancano passaggi “tecnici”.
Di che cosa si tratti lo spiega lo stesso Salvini snocciolando le sue condizioni per il sì. Primo: l’accordo ha carattere sperimentale, cioè fino a novembre; deve essere “a saldo zero” e cioè per ogni richiedente asilo che torna in Italia ne parte uno per la Germania, non deve riguardare il passato ma sanare soltanto il presente e soprattutto sarà firmato “a patto che” i tedeschi si impegnino a collaborare per riscrivere le regole della missione Sophia e contribuiscano al cambiamento del Trattato di Dublino.