Bruxelles – “Che posizione prenderà Conte?” Il governo italiano deve dire con chiarezza se l’Italia sostiene lo Stato di diritto o vuole schierarsi con chi vuole demolirlo. E’ categorico, l’esponente del Pd – già sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega agli affari europei – Sandro Gozi, quando, in un’intervista a Radio Radicale, afferma che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve “deve uscire dal guscio” e chiarire quale sarà la “posizione dell’Italia al Consiglio europeo” sulle sanzioni all’Ungheria, senza sperare di nascondersi dietro al veto polacco.
All’indomani del voto del Parlamento europeo che ha riconosciuto il primo ministro ungherese Viktor Orban colpevole della violazione dello Stato di diritto e dando il la al possibile avvio di sanzioni contro il Paese, la posizione ufficiale del governo italiano è incerta. È sotto gli occhi di tutti l’inconciliabile spaccatura tra l’anima verde e quella gialla del governo sul tema, con la Lega che si è schierata in difesa di Budapest e i 5Stelle che hanno votato, compatti, per l’avvio delle sanzioni (in controtendenza con la maggior parte degli eurodeputati del gruppo politico del quale fanno parte).
E, dal momento che la procedura sanzionatoria dell’articolo 7 del Trattato dell’Ue deve passare al vaglio del Consiglio europeo, è necessario che Conte prenda una posizione chiara, ha spiegato Sandro Gozi. “Salvini ha detto ‘no’ alle sanzioni contro l’Ungheria” mentre “Di Maio ha detto si” e il “Movimento 5 Stelle ha votato” a favore, e adesso l’Italia “deve dirci se è a favore dello Stato di diritto o della violazione dello Stato di diritto”, ha affermato il politico del Pd. “Non ci sono terze vie” ha aggiunto.
Il governo, ha continuato Gozi, “deve dirci se sostiene la linea che io e Gentiloni abbiamo sempre proposto e sostenuto” a tutela dello stato di diritto oppure se “vuole schierarsi con la Polonia che ha detto che voterà contro” le sanzioni a Budapest. E, a proposito della Polonia, che ha annunciato che porrà il veto sulle misure al Consiglio europeo, bloccando di fatto la procedura (per l’avvio della quale è necessaria l’unanimità deglli Stati membri), Gozi ha fatto presente che il governo “si illude, se spera che la decisione polacca sia sufficiente a levargli le castagne dal fuoco”.
Al presidente del consiglio, ha proseguito ancora Gozi, “non sarà data la possibilità di nascondersi dietro la Polonia”, dato che “tutti i leader sono chiamati a prendere posizione e l’Italia dovrà dire cosa vuole fare”. Per questo “dovremo chiedere (a Conte, ndr) quale posizione l’Italia difenderà in Consiglio e questo va fatto in Parlamento”, quando “Conte dovrà essere audito prima del Consiglio europeo, dove “si decideranno le sorti delle sanzioni”.
E’ in gioco la credibilità dell’Italia, avverte l’esponente del Pd. “Vorremmo che l’Italia fosse dalla parte dello stato di diritto” ma “purtroppo vediamo che lo stato di diritto è messo a rischio in Europa e in Italia”. Non nasconde “preoccupazione” per “gli scontri istituzionali che avvengono in Italia, basta guardare alle parole di Salvini. E’ il momento della chiarezza e tempo di dimostrare quale è la posizione del presidente del consiglio”.
Gozi ha quindi criticato il sistema dell’unanimità, che ha chiamato l’Europa “dei veti”, auspicando che “questi passaggi” in atto spingano “a superare il veto e l’unanimità” in merito “a queste vicende di grandissima importanza per la credibilità e la democrazia”.
Tra le proposte di Jean-Claude Juncker durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente della Commissione europea ha indicato la necessità di cambiare la procedura di voto in seno al Consiglio da unanimità a maggioranza qualificata – ma solo su questioni riguardanti il fisco e la politica estera.