Bruxelles – “Pensare all’eliminazione del cambio dell’ora tra solare e legale è possibile e, per molti cittadini, auspicabile”. Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per l’unione energetica, e Violeta Bulc, commissaria europea per i Trasporti, hanno così affermato stamani, nel corso della conferenza stampa sul cambio dell’ora, cercando di chiarire alcuni dubbi in merito alle sue possibili conseguenze. “Gli Stati membri, ovviamente, verranno incoraggiati alla discussione in modo tale da raggiungere un coordinamento, in vista di un accordo quanto più omogeneo possibile tra Paesi”.
Bulc, nel corso della conferenza, ha sottolineato più volte come la decisione di introdurre il cambio dell’ora fosse stata presa inizialmente nel periodo della prima guerra mondiale, così da consentire un risparmio sull’utilizzo del carbone. “Nel frattempo, nuove tecnologie sono state introdotte e non sussistono più le condizioni dell’epoca, quindi è possibile pensare ad una eliminazione del cambio dell’ora”. Tra l’altro, sempre secondo la commissaria, questo avrebbe benefici economici non indifferenti, e eliminerebbe gli output negativi: “Anche nel caso di allevamento di bovini, ad esempio, le vacche devono abituarsi ogni sei mesi ad un cambio di un’ora nella mungitura, e questo non ha certo effetti benefici dal punto di vista produttivo”.
Nel frattempo, fa sapere Bulc, alcuni Paesi hanno già espresso il loro parere a favore o contro l’eliminazione del cambio dell’ora, scegliendo in quale orario mantenersi in modo permanente. A favore dell’ora solare ci sarebbero Portogallo, Cipro e Polonia; propensi a quella legale, invece, sono Finlandia, Danimarca e Paesi Bassi. Ma ovviamente, sottolinea la Bulc, “Ancora è tutto da decidere e ci riserviamo di fornire indicazioni certe”.
A chi insinua una mossa pre-elettorale in vista delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio, data la fretta con cui sembra si voglia giungere a una decisione quanto prima (a marzo 2019 ci sarebbe l’ultimo cambio dell’ora obbligatorio, dopodiché coloro che avranno optato per la sua eliminazione avranno permanentemente lo stesso orario), Bulc risponde che l’argomento è sul tavolo ormai da più di dieci anni, e nel frattempo numerosi studi hanno dimostrato come, se dal punto di vista energetico non sembra più necessario alternare ora legale e ora solare, dal punto di vista della salute dei cittadini europei il cambio causa disturbi che si ripercuotono negativamente sulle loro vite.
La Commissione, negli scorsi giorni, aveva affermato la volontà di porre fine ai cambiamenti stagionali dell’ora in Europa, offrendo agli Stati membri la libertà di decidere una volta per tutte se vogliono applicare in modo permanente l’ora solare o l’ora legale. La proposta legislativa mira a garantire che eventuali modifiche siano apportate in modo coordinato tra paesi limitrofi, al fine di salvaguardare il corretto funzionamento del mercato interno ed evitare la frammentazione, che potrebbe presentarsi nel caso in cui alcuni Stati membri mantengano il cambio e altri lo abbandonassero. La proposta della Commissione europea passerà al Parlamento europeo e al Consiglio per il loro accordo.
In base alla proposta della Commissione, ciascuno Stato membro dovrà notificare entro l’aprile 2019 se intende applicare permanentemente l’orario invernale o estivo. L’ultimo cambio dell’ora sarà domenica 31 marzo 2019; successivamente, gli Stati membri che desiderano tornare in modo permanente all’ora invernale potranno ancora effettuare un ultimo cambio stagionale domenica 27 ottobre 2019. A seguito di tale data, i cambiamenti di orologio non sarebbero più possibili. “L’84 percento dei cittadini ha dichiarato, nella consultazione pubblica più partecipata organizzata dalla Commissione – 4,6 milioni di risposte, dei quali oltre tre milioni, però, solo tedeschi, ndr – di essere favorevole all’eliminazione del cambio dell’ora. Non dimentichiamoci che attualmente ci sono tre differenti fusi orari in Europa, e non è mai stato un problema gestirli. Non lo sarà neanche nel caso in cui i Paesi scelgano alternativamente orario invernale o estivo, anche se cercheremo, ovviamente, di favorire il coordinamento tra Stati confinanti”, ha concluso Bulc.