Bruxelles – L’Austria manterrà i controlli alle frontiere fino a quando la protezione dei confini esterni dell’Unione europea non sarà “solo sulla carta ma anche di fatto”, ha detto il ministro degli Interni austriaco, Herbert Kickl, a margine della Conferenza dei ministri dell’interno dell’Ue a Vienna il 13 settembre.
La sospensione dei controlli ai varchi di frontiera, entrata in vigore nel 2015, potrà essere messa in pratica “solo quando i confini esterni saranno protetti efficacemente”, ha spiegato Kickl. L’introduzione dei controlli “è stata una precondizione per Schengen”, ha aggiunto il ministro austriaco.
Le presa di posizione del ministro austriaco arriva dopo che, questa mattina il commissario europeo per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, aveva esortato gli Stati membri a rimuovere i controlli alle frontiere per tornare al “normale funzionamento di Schengen”.
Al suo arrivo a Vienna, il ministro francese dell’Interno Gerard Collomb ha invece parlato della necessità di procedure europee di espulsione di migranti economici irregolari “più efficaci e armonizzate”.
Ieri, nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione Europea, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker aveva proposto “il rafforzamento della guardia costiera di frontiera, con 10.000 nuove unità entro 2020 che saranno a carico del su bilancio Ue”, invitando la presidenza austriaca dell’Unione Europea a sviluppare soluzioni sostenibili nella politica migratoria.
Nel frattempo, da Berlino, il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha fatto sapere che l’accordo con l’Italia “è concluso”, riferendosi all’intesa sul respingimento dei migranti registrati in Italia e fermati al confine con la Germania. Per la finalizzazione dell’accordo, ha aggiunto Seehofer, “Mancano le firme di due colleghi italiani e la mia”.
Dopo che lunedì, il ministro tedesco aveva dichiarato che per l’approvazione del testo finale mancava all’appello la firma del ministro dell’Interno Matteo Salvini, il politico leghista si era detto disposto a farlo “a saldo zero” – in merito al numero di richiedenti asilo da riprendere o dare alla Germania. Salvini aveva poi manifestato l’intenzione di firmare l’intesa venerdì 14 settembre a Vienna.