Roma – Quattrocentoquarantotto indici puntati contro Viktor Orbàn sanzionano il premier ungherese e il suo governo reo di non rispettare lo Stato di diritto. E in Italia, dove il controverso leader magiaro è stato appena ricevuto con tutti gli onori dal ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, la politica si divide in due tifoserie. Con una postilla non da poco, e cioè: la procedura prevista dall’articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani ha spaccato la coalizione che attualmente governa il Paese. La Lega (con Forza Italia e Fratelli d’Italia, in una riedizione del centrodestra che fu), si è pronunciata “senza se e senza ma” a favore di Orbàn, il Movimento Cinquestelle ha invece contro, seppure dopo un discreto travaglio.
Proprio i grillini sono stati gli unici all’interno del gruppo Efdd a votare in favore delle sanzioni all’Ungheria di Viktor Orban mentre gli europarlamentari della Lega, insieme a tutti gli altri componenti del gruppo Enf, hanno votato contro. E’ quanto si rileva dall’analisi dei voti espressi dall’assemblea di Strasburgo. La maggioranza del Ppe ha invece votato a favore.
Solo 59 i contrari, tra cui Forza Italia, e 28 gli astenuti.
Esulta ovviamente l’opposizione di centrosinistra che anzi mette il dito nelle incongruenze dell’alleanza pro-Orbàn: come può Berlusconi, pilastro del Ppe, appoggiare la linea della Lega senza sconfessare i valori cardine dell’Unione Europea? E ancora: in omaggio a quale tatticismo il Cavaliere si (ri)lancia con Salvini che a Roma governa con i grillini? Dalle parti del governo del cambiamento si affrettano a precisare che la risoluzione Sargentini non influirà né sui rapporti tra partner contraenti il Contratto, né sulle alleanze future.
Sul fronte delle reazioni tutto va secondo copione. A partire da Matteo Salvini. “L’Ungheria non cederà a questo ricatto e proteggerà i propri confini’. Tutta la mia vicinanza. No alle
sanzioni, no a processi a un governo liberamente eletto”, scrive il vicepremier su Facebook. Segue pittoresco presidio di Giorgia Meloni all’ambasciata ungherese per testimoniare la vicinanza di Fratelli d’Italia alla lotta degli ungheresi “contro i Soviet della Ue” e si chiude con Forza Italia nel cui voto contro le sanzioni pesa enormemente l’amicizia personale tra Silvio Berlusconi e il premier di Budapest. “E’ una pessima notizia che finirà per danneggiare l’Europa”, dice Licia Ronzulli, senatrice di Fi vicinissima al Cavaliere.
Sul fronte opposto il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina festeggia “il Parlamento europeo che oggi dà una lezione a Orban” mentre Laura Boldrini, ex presidente della Camera investe direttamente il premier Giuseppe Conte: “Ora la parola ai capi di governo (che dovranno decidere sulle sanzioni, ndr): che posizione assumerà Giuseppe Conte sull’amico di Salvini? Prima la democrazia o prima Orbàn?”.