Bruxelles – Dal fascismo alla mafia, tutto ciò che Facebook non dovrebbe promuovere invece lo accoglie a braccia aperte. Se in Italia il social network si guarda bene dal vietare gruppi che, in violazione delle normative che vietano l’apologia del fascismo, inneggiano a Mussolini e al ventennio che fu, lo stesso gruppo non esita a suggerire giochi per nulla educativi come ‘Mafia City H5’. Proprio così. Su Facebook si consiglia di provare a entrare a far parte di Cosa Nostra e di fare carriera, fino a diventare un padrino in piena regola.
“Join mafia and become the boss”. Entra a far parte della mafia e diventane il capo. Sembra essere il gioco del momento, peccato che la mafia non sia un gioco. Omicidi, stragi, estorsioni, ricatti, minacce. Non c’è niente di ludico in tutto ciò, eppure Facebook sembra non porsi il problema. Rischia di porne un altro, ben più serio: quello di far passare la criminalità organizzata come un qualcosa di bello, di divertente, di ‘cool’. Non certo un bel biglietto da visita per chi ufficialmente lavora con la Commissione europea per combattere la diffusione dei messaggi di odio e di istigazione alla violenza.
Da maggio 2016 Facebook si è impegnata a rimuovere i messaggi di odio dalla piattaforme. Il punto è che il codice di condotta si concentra sui contentuti “illegali”. Evidentemente da una parta il social network opera censura, e dall’altra invece incoraggia messaggi che vanno in quella direzione. Tutto normale.