Bruxelles – I leader dell’Unione europea dovranno decidere se applicare nuove sanzioni alla Russia per l’attacco chimico di Salisbury, ha fatto sapere la Commissione Ue all’indomani delle imputazioni in contumacia, da parte britannica, di due russi ritenuti responsabili dell’attacco ai danni di un ex spia russa e di sua figlia.
Se approvate, le eventuali sanzioni contro la Federazione andrebbero a sommarsi a quelle introdotte nel 2014 – e rinnovate dall’Ue il 5 luglio 2018 per il settore finanziario, quello energetico, e quello della difesa – a seguito dell’annessione russa della Crimea.
La Commissione ha espresso il proprio pieno sostegno alle indagini di Londra, affermando di supportare la “ricerca dei britannici” della verità sui fatti di Salisbury, dato che “l’uso di armi tossiche e chimiche è completamente inaccettabile” e “minaccia la sicurezza del nostro suolo europeo”. L’Ue, ha aggiunto l’esecutivo comunitario, ha messo da tempo in cantiere misure atte a “contrastare queste minacce”.
I due presunti colpevoli dell’attacco con il gas nervino – quasi costato la vita all’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia – rispondono ai nomi di di Alexander Petrov and Ruslan Boshirov.
La polizia ha rilasciato le immagini delle telecamere di sicurezza dei due sospetti e ha ipotizzato che i due abbiano compiuto una missione di tre giorni che li ha portati da Mosca a Londra a Salisbury, dove avrebbero spruzzato il veleno sulla porta di Skripal prima di tornare a Mosca qualche ora dopo.
Secondo quanto riferito mercoledì dal primo ministro del Regno Unito Theresa May al parlamento britannico, i due sarebbero agenti del Gru (acronimo di Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie) , l’autorevole servizio segreto militare russo fondato negli anni ’20 del secolo scorso, del quale faceva parte anche Skripal.
Nel suo discorso alle camere, l’inquilina di Dowing Street ha dichiarato che “quasi certamente” l’attacco aveva ricevuto l’approvazione “all’esterno del Gru” a un livello “elevato” dello Stato russo.
In merito a responsabilità di alto livello nell’establishment russo, si è espresso anche il ministro dell’Interno britannico, che ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin “alla fine” è da ritenersi coinvolto in quanto “leader dello Stato” e responsabile dei servizi militari.
L’incaricato di affari russo a Londra è stato convocato presso l’ufficio Affari esteri britannico per chiedere che i responsabili vengano portati davanti alla giustizia.
Tuttavia, come già ripetutamente avvenuto dall’inizio della spy story, Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, dichiarando che i due nomi “non vogliono dire nulla”. “Non capisco il motivo per cui questo è stato fatto e che tipo di segnale la Gran Bretagna” stia cercando di “mandare”, ha detto il diplomatico russo Yuri Ushakov.
Skripal fu trovato il 4 marzo su una panchina pubblica nella città meridionale inglese, in stato di incoscienza, insieme a sua figlia Yulia. Dalle analisi successive risultò che entrambi avessero subito un avvelenamento da gas nervino.
Quando le prime accuse vennero mosse dalle autorità britanniche nei confronti della Russia, lo stesso Regno Unito, seguito da diversi Paesi europei, espulsero dal loro Paese diplomatici russi, o richiamarono i propri dalla Federazione. Nei mesi successivi la vicenda è stata motivo di attrito tra Mosca e i Paesi occidentali.