Bruxelles – Nonostante il numero degli arrivi di migranti in Europa sia diminuito, nell’ultimo anno la percentuale di morti è cresciuta in modo esponenziale.
Secondo il nuovo report dell’Unhcr, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, quest’anno sono più di 1.600 le persone che hanno perso la vita o che sono scomparse tentando di raggiungere l’Europa. Il numero di morti è incrementato, in particolar modo, nel Mar Mediterraneo: stando all’Unhcr, nei mesi compresi tra gennaio e luglio, il rapporto è di un morto ogni 18 migranti, numero più che raddoppiato se confrontato a quello dello stesso periodo dello scorso anno (quando i morti erano uno ogni 42 migranti).
Soltanto il Mar Mediterraneo centrale, quest’anno, è stato teatro di 10 incidenti (7 dei quali da giugno in poi) in cui hanno perso la vita più di 50 persone, molte delle quali partite dalle coste libiche; nella rotta che raggiunge la Spagna dal Nord Africa quest’anno sono morti più di 300 migranti, 100 in più rispetto a quanto accaduto nell’intero 2017.
“Questo rapporto conferma come il Mediterraneo sia uno dei passaggi marini più pericolosi al mondo”, ha affermato Pascale Moreau, direttore dell’ufficio europeo dell’Unhcr. “Di fronte ad un crollo degli arrivi in Europa non siamo più di fronte ad un test su come gestire questi numeri di persone, ma di come l’Europa può mostrare umanità salvando delle vite”, ha aggiunto.
Nel report, l’Unhcr esorta gli Stati a garantire a coloro che richiedono la protezione internazionale un accesso immediato alle procedure per l’asilo, invitandoli inoltre a rafforzare i meccanismi volti alla tutela e protezione dei minori. Per l’Agenzia è essenziale facilitare ai rifugiati l’accesso alle procedure legali, rimuovendo gli ostacoli ai ricongiungimenti familiari. Essenziale è poi fornire alternative alle tratte, potenzialmente a rischio di vita, attualmente percorse dai profughi.
La portavoce della Commissione europea per le migrazioni, gli affari interni e la sicurezza Tove Ernst, ha affermato come la priorità assoluta sia attualmente quella di salvare le vite dei migranti, tenendo anche presenti i pericoli fronteggiati lungo le rotte terrestri. In questa direzione, la portavoce ritiene essenziale una collaborazione tra i Paesi nelle operazioni di salvataggio, proseguendo per la strada intrapresa in tal senso da luglio di quest’anno.