Bruxelles – In arrivo dall’Ue 300 milioni di euro per 3.500 Pmi italiane attive nel settore creativo e culturale, grazie all’attivazione di uno strumento ad hoc concordato dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e l’ente italiano Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
Lo strumento – conosciuto come EU’s Cultural and Creative Sectors Guarantee Facility – fa parte del programma europeo “Europa Creativa”, e, attraverso il Fondo italiano d’investimento per le Pmi, si propone di sostenere aziende attive in settori come cinema, TV, editoria e architettura.
Per richiedere il finanziamento, le Pmi del settore potranno rivolgersi alla propria banca o al proprio Confidi (consorzio di garanzia collettiva dei fidi), che chiederanno l’intervento del Fondo italiano per le Pmi. L’esito della domanda verrà reso noto entro una settimana lavorativa.
“I settori creativo-culturali rappresentano un ponte tra l’arte, il business e la tecnologia”, sono un “catalizzatore per l’innovazione e favoriscono l’assunzione di rischi d’impresa”, hanno dichiarato congiuntamente il commissari Ue per l’economia Mariya Gabriel e per Istruzione Tibor Navracsics.
“Questo accordo di garanzia – hanno aggiunto i due commissari – aiuta a colmare il ‘financing gap’ che penalizza questi settori e avrà importanti benefici sociali ed economici”.
Secondo l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo, l’accordo “rappresenta un’importante opportunità di crescita per un macro-settore imprenditoriale che a livello comunitario impiega oltre 7 milioni di persone e rappresenta oltre il 4% del Pil”.
“L’accesso al credito è spesso limitato per le imprese dei settori creativi e culturali e il nuovo strumento aiuterà questi operatori economici ad ottenere i finanziamenti di cui hanno bisogno”, ha assicurato l’amministratore delegato del Fei, Pier Luigi Gilibert.
Nell’Ue – e soprattutto in alcuni Paesi – l’accesso ai finanziamenti nei settori creativo e culturale può essere difficile da ottenere, per via della natura intangibile delle loro attività e garanzie, della dimensione limitata del mercato, dell’incertezza della domanda e della mancanza di esperienza di intermediari finanziari nell’affrontare le specificità del settore.