Bruxelles – Il ministro degli interni, Matteo Salvini, e il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, stanno “percorrendo la stessa strada” sulle politiche (anti)migratorie. I due leader lo hanno annunciato dopo il loro incontro di ieri pomeriggio alla prefettura di Milano.
Tenta dunque di consolidarsi il fronte delle frontiere chiuse all’interno dell’Unione europea, che non trova una strada per fare dei passi avanti verso una politica condivisa. Dopo il fallimento del vertice della scorsa settimana, ieri si sono riuniti a Bruxelles gli ambasciatori del Comitato per la sicurezza, senza arrivare a nessuna nuova proposta, ed anche l’incontro dei rappresentanti dei ministeri della Difesa atteso oggi e domani a Vienna non dovrebbe portare novità.
“Vogliamo cambiare la commissione europea. Vogliamo proteggere i nostri confini. Combatteremo le politiche pro-migranti sostenute da Emmanuel Macron e George Soros”, ha detto Salvini dopo l’incontro a Milano, citando il finanziere che è la bestia nera di Orban, che è arrivato anche emanare una legge per bloccarne le attività in Ungheria.
“Le elezioni europee si avvicinano. Dobbiamo cambiare molte cose”, ha detto Orbán (cha ha precisato di aver preventivamente chiesto a SIlvio Berlusconi, suo partner nel Ppe, il permesso di incontrare Salvini), spiegando la sua visione secondo la quale nell’Ue “ci sono due parti al momento: una è guidato da Macron, che sostiene la migrazione; l’altra è sostenuta da Paesi che vogliono proteggere i propri confini. L’Ungheria e l’Italia appartengono a quest’ultima”.
“L’Ungheria ha dimostrato che possiamo fermare i migranti a terra. Salvini ha dimostrato che i migranti possono essere fermati in mare. Lo ringraziamo per aver protetto i confini dell’Europa”, ha detto Orbán in uno scambio di attestazioni di stima tra i due leader nel quale ha definito il ministro italiano “il mio eroe”. “Dobbiamo rimandare i migranti nei loro Paesi – ha aggiunto il premier -. Bruxelles dice che non possiamo farlo. Avevano anche detto che era impossibile fermare i migranti sulla terra, ma ce l’abbiamo fatta”.
Però tra i due, quando poi si scende sul piano più operativo, l’intesa manca. Sulla questione del trasferimento dei richiedenti asilo dai Paesi di arrivo ad altri Paesi Ue che Salvini sostiene con forza Orbán fa orecchie da mercante e conferma il patto con la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia per chiudere anche a chi ha diritto alla protezione internazionale. L’intesa tra Salvini e Orban è però evidentemente più ambiziosa, e tanta di creare un forte fronte sovranista che possa mettere in discussione gli attuali assetti istituzionali nell’Unione, sfruttando l’onda lunga dei successi elettorali delle forze antisistema.
Durante l’incontro, in vari punti di Milano migliaia di attivisti protestavano contro le politiche di Orban e Salvini.
Sempre ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricevuto a Roma il suo omologo ceco, Andrej Babiš, che gli ha opposto un fermo “no” al trasferimento di rifugiati e migranti nella Repubblica ceca.
Durante la sua visita in Danimarca, il presidente Macron ha risposto agli attacchi di Orban e Salvini affermando che “hanno ragione” a vederlo come il loro “avversario principale” sulla questione migranti. “Non cederò niente ai nazionalisti e a quelli che predicano odio – ha affermato rispondendo ai giornalisti -. Se hanno voluto vedere nella mia persona il loro principale avversario, hanno ragione”. Secondo Macron “se dicono che in Francia c’è il nemico del nazionalismo, della politica dell’odio, dell’Europa che deve pagare quello che ci conviene senza imporre alcuna forma di responsabilità e di solidarietà, hanno ragione”.
“Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi – ha aggiunto il presidente francese – dovremo prendere decisioni che vadano in profondità per affrontare il tema delle migrazioni, e questo presuppone serietà e spirito di responsabilità, restando fedeli ai nostri valori, come il diritto d’asilo, con una vera politica nei confronti dei Paesi d’origine e all’interno. Non è quello che propongono Orban e Salvini”.