Bruxelles – Un incontro informale, di tecnici e sherpa, ma pur sempre straordinario. Domani a Bruxelles si tenta ancora una volta di trovare una quadra che sull’immigrazione non c’è mai stata e si fatica a trovare. E’ una storia vecchia, che si ripropone con la nave Diciotti, imbarcazione su cui ancora una volta l’Europa e la sua presunta solidarietà naufragano. A bordo ci sono 177 persone, partite dalle coste africane alla volta di nuove opportunità. Ora questi individui e le loro speranze sono ferme nel porto di Catania, dove la nave è ormeggiata e da cui non si muoverà. I migranti che la popolano non possono scendere. Scelta di un’Italia che si impunta di fronte ai partner europei che non vogliono farsi carico di migranti.
La storia si trascina da giorni. Domenica scorso l’Italia ha chiesto alla Commissione di dare seguito alle conclusioni del vertice dei leader di fine giugno, dove in modo molto vago e approssimativo ci si impegnava – non troppo, per la verità – a dare una mano all’Italia sul fronte migranti. L’Italia ne fa un questione di principio: tutti devono aiutare. Per questo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non permette lo sbarco dei 177 migranti che, dice, devono essere redistribuiti tra i Paesi europei. Questi ne fanno una questione di regole: le attuali norme comuni lasciano tutto a carico degli Stati di primo arrivo. Tutto all’Italia, dunque, e il contributo deve essere volontario.
Il braccio di ferro tra Roma e le altre capitali si tiene sulla pelle dei migranti, ancora a bordo della nave diventata la loro prigione. La Commissione europea tenta l’impossibile, vale a dire cercare una mediazione politica che possa sciogliere il nodo Diciotto nell’ambito di una strategia più generale che apra la strada a una soluzione comune e condivisa ancora mancante. Un tentativo tanto doveroso quanto delicato: si rischia di non trovare soluzioni rapide e condannare i migranti a restare a bordo.
La Commissione europea ha indetto una riunione informale per domani. A Bruxelles non saranno presenti esponenti politici. Si attendono ambasciatori e funzionari, ma non è chiaro se tutti gli invitati parteciperanno. Sullo sfondo c’è anche lo scenario di un flop, che l’esecutivo vorrebbe evitare. L’appuntamento si inserisce nel fitto lavorio che il team Juncker ha avviato su richiesta italiana. A Bruxelles sono consapevoli che ancora una volta, con tanta educazione e ancor più ineleganza, l’Italia è lasciata sola. La natura informale dell’incontro potrebbe non produrre alcun risultato, ma ci si prova.
Per ora non ci si sbilancia. Soluzioni ‘ad hoc’ al caso Diciotti non sono contemplate. L’Ue vorrebbe soluzioni durature e di lungo periodo. L’impressione è che si corra contro il tempo, non molto. I 177 migranti sono ancora bloccati lì, nelle incapacità dell’Europa di mostrare il suo lato inclusivo e umano. L’Italia cerca risposte dall’Europa, la Commissione auspica di poterle ricevere già da domani.