Bruxelles – I giornalisti della stampa belga o internazionale corrispondenti da Bruxelles per gli Affari europei dovranno pagare 50 euro ogni sei mesi allo Stato belga per rimborsarne le spese destinate ai controlli di sicurezza durante i vertici dell’Unione europea. Lo ha stabilito una nuova legge belga (unico Paese al mondo dove ciò accade) , che il Consiglio Ue ha dovuto accettare dopo un vano tentativo di opporsi.
La misura, che era in discussione da diverse settimane, era stata criticata dall’Associazione della Stampa internazionale di Bruxelles (Api), ma non era ancora stata annunciata ufficialmente dalle istituzioni europee.
Oggi tuttavia, in due diversi comunicati inviati dal Consiglio Ue ai giornalisti accreditati, si legge questa nota: “Importante/ Solo per i rappresentanti dei media di nazionalità belga o residenti in Belgio (come pressoché tutti i corrispondenti da Bruxelles, ndr): si prega notare che dal primo giugno 2018, una nuova legge belga prevede un costo di 50 euro che dovranno pagare i datori di lavoro per ogni individuo da sottoporre ai controlli di sicurezza. I controlli hanno attualmente validità di sei mesi”, e sono “obbligatori per tutti i rappresentanti dei media”. La nota annuncia inoltre che “una fattura verrà inviata più tardi dalle autorità belghe al datore di lavoro” o, nel caso che non si riesca a contattarlo, allo stesso giornalista.
I due comunicati che contengono quest’avvertimento alla stampa riguardano il prossimo Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo (18 ottobre) e il vertice Asem (Asia-Europa) del 18 e 19 ottobre, sempre a Bruxelles.