Bruxelles – Che succede con la Brexit? E’ quello che tutti, in Europa, si chiedono e continuano a chiedersi da quanto il referendum del 23 giugno 2016 ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Qualcosa cambierà, anche se non è del tutto chiaro né in quali settori né in che modo. Adesso il quesito che porta con sé l’addio britannico arriva anche nella aule di tribunale. E’ la giustizia che si interroga su come comportarsi nelle questioni legali. E’ vero che fino al momento in cui Londra sarà parte del club a dodici stelle manterrà intatti diritti e doveri derivanti dalla membership comunitaria, ma in Irlanda non si è certi su come procedere nel caso di mandato di arresto europeo, e si chiedono lumi alla Corte di giustizia dell’Ue.
Ci sono due mandati di arresto europeo spiccati dalle autorità britanniche nei confronti di un cittadino accusato di omicidio, incendio doloso e stupro. E’ ricercato insomma dalla giustizia del Regno Unito, ma è stato fermato in Irlanda. La Corte suprema irlandese però non sa che fare. Deve disporre la consegna dell’uomo oppure no? A Dublino ci sono dubbi legati all’incertezza sulle disposizioni che saranno attuate dopo il ritiro del Regno Unito, e di conseguenza si vuole sapere se in virtù di ciò si possa o si debba rifiutare di consegnare l’arrestato al Regno Unito. Un primo pronunciamento è atteso nei prossimi giorni (il 7 agosto, probabilmente), con il parere dell’avvocato generale. Un atto non vincolante il cui unico scopo è fornire un orientamento interpretativo ai giudici della Corte, chiamati a sciogliere i dubbi dei colleghi irlandesi.
Quale che sia il parere dell’avvocato generale, per la sua natura non vincolante potrebbe anche non essere osservato dalla Corte. Al di là dell’esito dell’interpretazione normativa, comunque, il singolare caso sollevato a Lussemburgo mette ancora di più in luce la complessità della Brexit, che rischia veramente di riscrivere tutto, anche nel settore della giustizia. Molti nodi dovranno essere sciolti dagli accordi sulle future relazioni tra Londra e l’insieme degli Stati membri dell’Ue, che però al momento non appaiono a portata di mano. I negoziati vivono ancora una fase di stallo.