Roma – Caro Giuseppe, sono d’accordo con te e disponibile ad aiutarti, ma posso fare ben poco. Se fosse scritta con tono informale, la lettera di risposta del presidente della Commissione Ue Jean claude Juncker alle richieste del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, suonerebbe più o meno così. Il capo dell’esecutivo comunitario, infatti ricorda che “l’Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi” dei migranti soccorsi nel Mediterraneo.
Juncker sottolinea che la vicenda dei 450 arrivati domenica scorsa a Pozzallo (Rg) dimostra “un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti”. Segnala anche che “queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile”. Poi si mostra disponibile alla richiesta di assumere la gestione di una cellula di crisi per gestire le navi che soccorreranno naufraghi in questa lunga estate in questa lunga estate mediterranea, come chiede Conte.
“La Commissione è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice”, assicura il lussemburghese, ma l’iniziativa va intesa “soltanto come tappa in direzione di un quadro più stabile” di gestione degli sbarchi. Quanta efficacia possa avere questa azione dipenderà, ancora una volta, dalla volontà e disponibilità dei Paesi membri. Infatti, sottolinea il capo della Commissione, “non va dimenticato che l’Ue non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un’operazione di ricerca e salvataggio in mare”.
Bruxelles, assicura ancora il numero uno del Berlaymont, continuerà “a lavorare ininterrottamente per tutta l’estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli Stati membri, dall’altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre, per rafforzare la Guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio”. Altro impegno destinato a nuovo fallimento se non cambierà qualcosa nell’atteggiamento dei governi europei.
In parallelo, “sarà portata avanti la realizzazione di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, anche in previsione della riunione con tutti i Paesi del Mediterraneo da essi indetta per il 30 luglio”. Si deve però ancora trovare chi sia disposto ad ospitare tali centri. Nell’Ue nessuno li vuole, e neppure i dirimpettai africani, dalla Libia alla Tunisia e all’Algeria, sembrano tanto disposti ad ospitarne.
Il presidente del Consiglio Conte, pubblicando sul proprio profilo Facebook la risposta di Juncker, parla di “un altro importante passo in avanti”. Ringrazia il lussemburghese per aver accolto “il principio secondo cui l’immigrazione è una sfida europea, che riguarda tutti i 28 Paesi e che quindi richiede soluzioni europee e non di un singolo Paese”.
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Conte è “soddisfatto che sia stata pienamente accolta anche la nostra proposta di creare un ‘gabinetto di crisi’ coordinato dall’Unione europea, proprio per gestire in maniera unitaria, coordinata e stabile l’emergenza immigrazione”. Infine il premier assicura: “Passo dopo passo stiamo realizzando quel cambiamento che, anche sul fronte della gestione dell’immigrazione, avevamo promesso”. L’andatura la stabilirà il confronto con gli altri governi.