Roma – La richiesta italiana di rivedere le regole dell’operazione Sophia, che prevedono di sbarcare nel nostro Paese i migranti soccorsi nel Mediterraneo deve essere discussa “nel contesto della strategic review” della missione varata dall’Unione europea contro il traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Lo indica la portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Maja Kocijancic. L’alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini, sta sollecitando i Paesi membri ad accelerare i tempi. La richiesta di rivedere il piano operativo della missione – non ancora avanza ufficialmente da Roma, secondo la portavoce, ma comunque annunciata – è stata tuttavia accolta con “forte preoccupazione” dagli altri Stati membri, tanto da metterlo nero su bianco nelle conclusioni del Comitato politico e di sicurezza di ieri. La levata di scudi pare unanime all’annuncio del rappresentante italiano, le cui conseguenze “devono essere valutate attentamente” anche secondo Kocijancic.
Dopo il tentativo fatto dal passato esecutivo – anche l’allora ministro degli Interni Marco Minniti aveva chiesto di distribuire non solo in Italia i migranti soccorsi dall’operazione Sophia – anche a quello attuale non sembra andare meglio. Anzi, se possibile è in una situazione anche peggiore, perché la Germania, prima più sensibile al punto di vista italiano, ora è invece intransigente con il ministro degli Interni Horst Seehofer.
Nelle condizioni date, per uscire dall’isolamento il presidente del Consiglio Giuseppe Conte cerca di coinvolgere ulteriormente l’unico partner che, insieme con il Parlamento europeo, ha mostrato un reale impegno per arrivare una gestione condivisa dei flussi migratori: la Commissione europea. Con una nuova lettera al presidente dell’esecutivo comunitario, Jean Claude Juncker, e a quello del Consiglio europeo, Donald Tusk, l’inquilino di Palazzo Chigi avverte: “È essenziale dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue (ricerca e salvataggio, ndr)”.
La proposta è di istituire “una sorta di cellula di crisi” con “il compito di coordinare le azioni degli Stati riguardo all’individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse”. L’obbiettivo è dare una regia europea a operazioni che, da quando l’Italia si è impuntata sulla chiusura dei porti, sono attualmente affidate a trattative e negoziati estemporanei, caso per caso. “Il mio suggerimento è che tale meccanismo venga coordinato dalla Commissione europea”, scrive Conte proponendo di affidare la gestione alla Dg Home. Da Berlaymont fanno sapere di condividere “l’urgenza” rappresentata dall’Italia. La Commissione “risponderà presto”, assicura una portavoce aggiungendo: “Siamo impegnati e determinati e dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo”.