Bruxelles – A un mese dalla richiesta dei leader europei di ritardare di un anno il processo di adesione all’Ue di Macedonia e Albania, l’Unione europea ha iniziato a monitorare la situazione nei due Paesi in vista di colloqui per la membership, che dovrebbero iniziare a giugno 2019.
Lo scorso giugno, Francia e Paesi Bassi avevano chiesto il rinvio dei negoziati per dar tempo ai due Stati di mettere in atto riforme più convincenti per contrastare crimine organizzato e corruzione e avere una più “chiara prospettiva europea” – incassando poi l’avallo del Consiglio europeo.
Il 17 luglio, il commissario per l’Allargamento dell’Unione europea Johannes Hahn ha detto ai giornalisti nella capitale macedone Skopje di essere contento “di poter annunciare finalmente l’avvio ufficiale del processo di screening”.
Lo screening è la fase di preparazione dei negoziati di adesione all’Ue ed è la base degli stessi. Nella pratica, si tratta di un esame dell’insieme dei diritti, degli obblighi e degli obiettivi politici che gli Stati membri condividono e che devono essere accettati senza riserve da chi voglia accedere – quello che viene chiamato “acquis” comunitario.
Hahn ha spiegato che il processo consentirà alla Macedonia e alla vicina Albania di acquisire familiarità con le norme e le leggi comunitarie, e all’Unione europea di valutare la disponibilità di Skopje e Tirana a rispettare i capitoli più sensibili sullo stato di diritto.
Hahn ha dichiarato che l’avvio del processo dimostra l’impegno dell’Ue “per accompagnare i vostri sforzi di riforma e trasformare la vostra aspirazione di integrazione europea in realtà”.
Hahn ha poi lanciato un appello alla popolazione macedone a partecipare al referendum in autunno e a votare in favore dell’accordo siglato con la Grecia – dopo una disputa lunga anni – per il nuovo nome del paese dell’ex Jugoslavia, che dovrebbe essere “Repubblica di Macedonia del Nord”.
“Un esito positivo del referendum dimostrerà la maturità del vostro Paese”, ha detto Hahn ai macedoni. “La porta dell’Ue è aperta” ha aggiunto il commissario, spiegando alla popolazione che la decisione “sul futuro del Paese” è “interamente vostra”.
il commissario per l’Allargamento si è poi congratulato con la Macedonia per l’invito di adesione del Paese alla Nato, “un’importante contributo alla pace e alla stabilità” in Europa, che, però, è anch’esso vincolato all’esito della votazione sul nome del Paese.
Un voto in senso negativo, infatti, potrebbe comportare il veto sulle adesioni da parte di Atene. Il governo macedone, tuttavia, è certo che la prospettiva di una doppia membership nell’Ue e nella Nato costituisca un valido incentivo per la popolazione a votare “Si”.
Il 17 luglio, nella capitale albanese Tirana, il commissario ha suggerito di “iniziare a lavorare il più presto possibile, non perdere un solo giorno e produrre risultati per allontanare ogni dubbio”.