Bruxelles – Dopo aver additato, questa mattina, i “molti anni di stupidità degli Stati Uniti” e una “caccia alle streghe” come motivi alla base del deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e la Russia, il presidente Usa Donald Trump ‘assolve’ il Cremlino dalle accuse di aver hackerato le elezioni presidenziali americane del 2016 per aiutarlo a vincere. Parlando in conferenza stampa dopo un lunghissimo incontro con il presidente della Federazione russa Vladimir Putin a Helsinki – incredibile come i due sembrassero amici di vecchia data – Trump ha dichiarato che il numero uno del Cremlino “è stato estremamente forte e potente nella sua smentita oggi”. Parlando ai giornalisti, Putin aveva dichiarato: “Ripeto ciò che ho già detto in molte occasioni: la Russia non ha mai interferito né mai interferirà negli affari interni americani”, incluse le elezioni. “Qualsiasi materiale dovesse venire alla luce – aveva aggiunto il presidente russo – lo potremmo analizzare insieme, attraverso i gruppi sulla sicurezza informatica”.
Tanto è bastato a Trump, che ha dato ragione al leader russo e ha spiegato di non aver nessun motivo di credere che vi sia stata un’interferenza di Mosca nelle elezioni, come il capo della Cia aveva indicato. “Ho battuto Hillary Clinton regolarmente. E la gente lo sa”, ha detto Trump. L’inchiesta Russiagate, secondo Trump è venuta fuori soltanto “soltanto perché i Democratici hanno perso”.
Ieri, in un tweet al vetriolo, la candidata presidente battuta da Trump, Hillary Clinton, aveva scritto, anticipando il clima di amicizia dimostrata dai due oggi: “Grande coppa del mondo – riferendosi ai mondiali appena conclusi in Russia – una domanda per il presidente Trump che incontrerà Putin: Lo sai in che squadra stai giocando?”
Le dichiarazioni di Trump arrivano dopo che, negli ultimi giorni, il super-procuratore statunitense Robert Mueller aveva firmato un atto di incriminazione a carico di 12 agenti segreti russi, accusati di “aver cospirato nelle contro la sicurezza degli Stati Uniti” interferendo nelle elezioni del 2016.
In generale, tuttavia, non una parola è stata spesa dall’inquilino della Casa bianca in merito al clima da guerra fredda in atto tra i due stati, mentre l’espressione “caccia alle streghe” – una volta utilizzata per le ‘epurazioni’ nei confronti di chi avesse simpatie filocomuniste negli Usa, ai tempi del maccartismo – è stata usata proprio in difesa di Putin.
“La guerra fredda è finita – ha detto Trump – e le nostre relazioni sono cambiate. Da quattro ore a questa parte”. Secondo Trump, dopo l’incontro sarà possibile aprire “nuove strade verso la pace e la stabilità del mondo”. “Ci vedremo più spesso, è un primo passo avanti verso un futuro più luminoso”.
L’incontro di Trump con Putin, svoltosi in una Helsinki blindata, aveva all’ordine del giorno tre temi principali ovvero la sicurezza, le relazioni bilaterali e i conflitti regionali, tra cui spiccavano le questioni del controllo degli armamenti e la Siria. Un meeting nel quale il capo dell’amministrazione sembra aver trovato non poche intese. Dopo l’attacco contro l’Europa, diventata un “nemico” degli Stati uniti, anche questo è un segno che gli assi cartesiani della geopolitica sono in mutamento.