Roma – Alcuni lo giudicano addirittura più dannoso del Ceta (Trattato commerciale Ue-Canada), così sono insorti quando hanno appreso da un’intervista a La Stampa che il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio ha dato il proprio consenso, in Consiglio Ue, per la sottoscrizione dell’accordo di libero scambio tra Ue e Giappone (Jefta). Così ieri, i parlamentari dell’intergruppo No-Ceta – un raggruppamento trasversale alle forze parlamentari nato nella scorsa legislatura e ricostituito per impedire la ratifica del Ceta – hanno scritto al vice presidente del Consiglio chiedendo di “impegnare il governo Italiano a intervenire per far sospendere la firma tra Commissione europea e governo giapponese, prevista per il 17 luglio, e a riferire al più presto in Parlamento al fine di consentire, nella trasparenza di una discussione pubblica, la definizione di un mandato chiaro” all’esecutivo.
Dell’intergruppo, coordinato dal deputato di Forza Italia Paolo Russo, fanno parte anche parlamentari di Lega e M5s, e i due partiti di maggioranza si sono spesi in passato contro gli accordi commerciali. Per questo il via libera al Jefta “sembra contraddittorio con gli impegni presi in campagna elettorale da ciascuno di noi e dall’onorevole Luigi Di Maio”, scrivono i parlamentari accusando: “Il trattato è stato negoziato, come al solito, nella più completa opacità e senza alcun coinvolgimento del Parlamenti nazionali”.
Dal governo, il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro – componente dell’intergruppo No-Ceta la passata legislatura – sceglie di non commentare la decisione dell’esecutivo sul Jefta, tuttavia conferma le intenzioni del governo di non ratificare l’accordo Ue-Canada. “Il Ceta non sarà ratificato”, assicura a Eunews uscendo da Montecitorio dopo un ‘question time’. “Presto verrà presentata una mozione parlamentare contro” il via libera al trattato commerciale tra Unione europea e Canada, attualmente in vigore in regime provvisorio.