Bruxelles – Continua lo stillicidio che probabilmente porterà presto alla morte del governo di Theresa May sul fronte della “Brexit morbida”. Boris Johnson ha abbandonato la nave rassegnando questo pomeriggio le dimissioni da ministro degli Esteri, dopo che ieri lo aveva fatto anche quello per la Brexit David Davis.
I am proud to have served as Foreign Secretary. It is with sadness that I step down: here is my letter explaining why. pic.twitter.com/NZXzUZCjdF
— Boris Johnson (@BorisJohnson) July 9, 2018
L’accordo di Chequers raggiunto venerdì nel governo britannico nella residenza ufficiale di campagna del primo ministro sta provocando molti più danni nell’esecutivo di quanto bene gli abbia fatto, e un portavoce di Downing Street ha dovuto annunciare che “questo pomeriggio, il primo ministro ha accettato le dimissioni di Boris Johnson come segretario agli Esteri. La sua sostituzione sarà annunciata a breve. Il primo ministro ringrazia Boris per il suo lavoro”.
Dopo il summit di Checkers, Johnson (già sostituito da Jeremy Hunt, fino ad ora ministro della Sanità) aveva fatto riferimento ai tentativi di promuovere il piano Brexit del primo ministro come “lucidare uno pezzo di merda”.
Stamattina Davis aveva spiegato che per lui, le dimissioni, sono state una “questione di principio”, dal momento gli sarebbe toccato difendere il progetto, e, “in coscienza” non poteva “negoziare e promuovere una strategia” che secondo lui “non può funzionare”.
May “ha fatto troppe concessioni all’Ue – sostiene l’ex capo negoziatore per la Brexit -, temo che ora Bruxelles prenderà tutto quello che offriamo e chiederà ancora di più, perché fanno sempre così. Spero che le mie dimissioni portino a un ripensamento della strategia e sull’allineamento troppo stretto con le regole Ue in futuro”.
A questo punto, mentre si inseguono indiscrezioni su nuove possibili dimissioni nel governo, è possibile che i brexiters più duri nel partito conservatore raggiungano in Parlamento le 48 firme necessarie per aprire ad un voto di fiducia sul governo. I sostenitori più ottimisti della prima ministra si dicono convinti che May vincerebbe in Parlamento, rafforzando la sua posizione. Se invece dovesse perdere dovrebbe anche affrontare una una sfida per la leadership del partito e Johnson, che però a suo tempo, dopo il referendum, già si tirò indietro, potrebbe ora essere un potenziale candidato alternativo.
Il presidente del Consiglio europeo sembra vedere una luce di speranza per un abbandono della Brexit. In un tweet ha affermato: “I politici vanno e vengono, ma i problemi che hanno creato per le persone rimangono. Posso solo deplorare che l’idea di #Brexit non sia andata via con Davis e Johnson. Ma … chi lo sa?”.
Politicians come and go but the problems they have created for people remain. I can only regret that the idea of #Brexit has not left with Davis and Johnson. But…who knows?
— Charles Michel (@eucopresident) July 9, 2018