Bruxelles – Su diritti d’autore e web il Parlamento sceglie la carta dell’ “ambiguità”, che rischia di fare male alla rete, alla democrazia, e ai cittadini che oggi sempre più su internet si ritrovano. Isabella Adinolfi, deputata europea del Movimento 5 Stelle, spiega a Eunews le ragioni del ‘no’ alle proposte di modifica delle regole comunitarie suggerite dalla commissione Giuridica del Parlamento europeo. In Aula la prossima settimana, le regole sono oggetto di discussione. Il legislatore nega la volontà di dar vita a censure o bavagli alla rete, ma questi rischi potrebbero non essere scongiurati.
Eunews: Chi sostiene le modifiche introdotte in commissione Giuridica afferma che non scattano bavagli, ma solo obblighi per gli operatori commerciali che lucrano in barba ai diritti d’autore. E’ veramente così?
Adinolfi: “No, con la scusa del diritto d’autore, che noi sosteniamo, si vogliono far passare misure che rappresentano una minaccia alla libertà di Internet e rischiano di far scattare un bavaglio. Ciò è confermato anche dai numerosi appelli giunti da eminenti accademici e altri personaggi di spicco, come Tim Berners-Lee e dalla grande mobilitazione dell’opinione pubblica. Fino ad oggi sono state raccolte sulla piattaforma change oltre 584 mila firme contro la direttiva che provengono da tutta Europa. È una mobilitazione che parte dal basso senza precedenti. Noi la sosteniamo”.
E: Si dice che non scatta nemmeno la link tax. C’è il rischio che possa scattare in futuro?
A: “Il testo adottato è molto chiaro e non possono esserci dubbi sulla circostanza che la link tax venga introdotta. E’ vero che si fa salvo l’uso privato e non commerciale di un link, ma non è assolutamente chiaro che cosa significhi ciò nella pratica. Per esempio, la pagina di Facebook di un personaggio pubblico come si dovrebbe considerare? Si tratta di un uso commerciale o meno?”
E: Lei ha partecipato attivamente ai lavori in Commissione. Ci aiuti a capire meglio la questione, che non risulta semplice. Di conseguenza, perché no a queste proposte di modifica?
A: “Proprio perché ho partecipato ai lavori in Commissione so bene quali siano i margini di ambiguità che non si sono voluti chiarire. Per esempio, in riferimento all’uso dei link, era stato presentato un emendamento orale che mirava a salvare la possibilità di utilizzare gli snippet contenenti singole o poche parole. Ciò a dimostrazione del fatto che il problema dell’impossibilità di condividere un articolo corredato da uno snippet sia reale e ben chiaro anche alla maggioranza che ha votato a favore”.
E: Si lascia molta libertà di manovra agli Stati membri. Il rischio non è quello di avere diversi pesi e diverse misure?
A: “La direttiva fissa una serie di obblighi che gravano in capo agli Stati membri che mi sembrano abbastanza chiari e precisi. I margini di manovra sono pertanto abbastanza ridotti e riguardano poche norme o aspetti di implementazione di minore dettaglio”.
E: Non far pagare i diritti d’autore a operatori quali Google news è un regalo alle grandi imprese del web, che sono le stesse che pagano meno tasse. Condivide?
A: “Non ho mai sostenuto che Google News non debba pagare i diritti d’autore, anzi. A questo proposito, il Movimento 5 Stelle ha anche presentato un emendamento dove si fissa il principio generale secondo il quale gli autori e i creatori, così come tutti i lavoratori, debbano essere ricompensati per il loro lavoro. Sono anche convinta, da sempre, che i colossi del web debbano pagare le giuste tasse e che le pratiche di elusione fiscale debbano cessare quanto prima. Inoltre, si dovrebbe porre fine alla situazione di oligopolio venutasi a creare nel mercato, iniziando ad applicare la normativa antitrust che finora non ha avuto un’implementazione efficace. Google deve pagare le tasse come tutte le altre aziende europee. Perché il Parlamento europeo non interviene su questo, anziché accanirsi sugli utenti?”
E: Il voto in Aula non è scontato. Ci sono i numeri per bocciare le proposte?
A: “Mi auguro proprio di sì perché sono sicura che dentro i grandi gruppi politici ci siano persone di buon senso che hanno a cuore i diritti fondamentali, come la libertà di espressione su internet”.
E: Le regole che vi siete dati come Efdd è di autonomia. Per l’occasione cercherete di convincere le altre delegazioni del gruppo a votare con voi?
A: “Confermo che la richiesta di contestazione del mandato verrà presentata a nome di tutto il gruppo Efdd”.
E: Oltre 550mila firme per chiedere il dietrofront. Il Parlamento europeo può non tenerne conto?
A: “Il Parlamento europeo deve tenerne contro visto che siamo l’unica Istituzione europea direttamente eletta dai cittadini e solo a questi dovremmo rispondere. Noi del Movimento 5 stelle rendiamo conto solo ad una categoria di lobbisti: i cittadini”.