Roma – La flessibilità sui conti pubblici concessa all’Italia e alla Slovenia nel 2018, così come quella accordata per il prossimo anno alla stessa Slovenia e alla Spagna, rappresentano “un’applicazione del Patto di stabilità e di crescita” che “è possibile a scapito della completa trasparenza, coerenza e prevedibilità dell’intero quadro di riferimento”. Proprio mentre il governo Conte si appresta a una difficile trattativa a Bruxelles per tentare di conciliare reddito di cittadinanza e flat tax – rispettivamente promesse cardine della campagna elettorale di Movimento 5 stelle e Lega – dalla Banca centrale europea arriva un severo monito sulla concessione di spazi di manovra elastici agli Stati membri.
Nel bollettino mensile pubblicato oggi, l’istituto di Francoforte ricorda come il nostro Paese sia tra i 7 a rischio di “deviazione significativa” rispetto agli obbiettivi di bilancio europei, e sottolinea la “discrezionalità adottata nell’accordare una riduzione dei requisiti di aggiustamento a due Paesi nel 2018: dallo 0,6 allo 0,3 per cento del Pil per l’Italia, e dall’1 allo 0,6 per cento del Pil per la Slovenia”. Proprio questa flessibilità concessa, secondo la Banca centrale europea, è un elemento che crea incertezza.
L’istituto guidato da Mario Draghi ritiene invece “necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita”. E questo vale “in particolare per i paesi con alti livelli di debito”, dove “sono indispensabili ulteriori sforzi di consolidamento per condurre stabilmente il rapporto fra debito pubblico e Pil su un percorso discendente”. Bisogna gire sul debito, scrive la Bce, “poiché il forte indebitamento” rende i paesi più esposti “particolarmente vulnerabili in caso di futuri rallentamenti dell’attività economica o di nuovi episodi di instabilità nei mercati finanziari”.
L’approccio indicato dall’istituto di Draghi è opposto a quello del governo italiano, il quale punta ad abbassare il rapporto debito/Pil facendo aumentare il Prodotto interno lordo, anche con investimenti in deficit, piuttosto che tagliando la spesa e dunque il debito. E in direzione opposta a quella che vuole seguire l’esecutivo va anche l’indicazione sulle pensioni. Sull’argomento la Bce prende di mira L’Italia e la Spagna, denunciando i “rischi” che “riguardano il rovesciamento delle riforme attuate” in campo previdenziale nei due Stati membri. “In alcuni Paesi, ad esempio in Italia e in Spagna, il rischio che si compiano passi indietro rispetto alle riforme pensionistiche precedentemente adottate sembra elevato”, si legge nel bollettino.
Infine, un ulteriore attacco della Bce alla maggioranza giallo-verde al governo in Italia arriva sullo spread. La recente impennata del tasso di interesse pagato dall’Italia rispetto a quello richiesto alla Germania, secondo la Banca centrale, è dovuta al contratto di governo M5s Lega. “Dopo aver evidenziato fluttuazioni relativamente moderate nella prima parte del periodo in esame, i differenziali dei titoli di Stato italiani sono considerevolmente aumentati dopo il 15 maggio, quando i mercati hanno conosciuto i dettagli contenuti nella proposta di programma avanzata dal nuovo governo”, scrivono i tecnici della Banca centrale europea.