Bruxelles – Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani oggi ha affermato che “nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi la priorità sarà trovare un accordo sulle frontiere esterne dell’Ue, mentre sarà praticamente impossibile arrivare a una reale convergenza sulla questione dei rifugiati”.
Tajani, che oggi ha preso parte a un seminario sulla Brexit organizzato dall’Associazione dei giornalisti europei, ha esortato i leader Ue, che domani e dopodomani saranno riuniti in Consiglio, a decidere “come proteggere nel migliore dei modi le frontiere esterne comunitarie e a parlare di meno e agire di più nell’interesse dei cittadini europei”. “Ciò che deve essere prioritario nell’agenda del Consiglio di domani e dopodomani”, ha proseguito il presidente dell’Europarlamento, “è raggiungere un accordo sulle frontiere esterne, ma i Paesi Ue devono anche concordare su altre questioni, come le frontiere interne, una cui eventuale chiusura rappresenterebbe un rischio per il funzionamento del mercato unico e per la lotta all’immigrazione illegale”.
Tajani ha anche sottolineato la necessità di “investire nel Fondo fiduciario per l’Africa più o meno la stessa quota destinata nel 2016 all’avvio dell’accodo Ue-Turchia sui migranti, quindi circa 6 miliardi di euro”. “Investire in Africa è fondamentale non solo perché, costruendo partenariati solidi con Libia e Niger e rafforzando l’apparato statale della Libia, questi due Paesi ci possono dare una grande mano a fermare l’immigrazione illegale, ma anche perché l’avvio di un piano Marshall per l’Africa limiterebbe i flussi migratori verso l’Europa perché ci consentirebbe di estirpare alla radice problemi come terrorismo, cambiamento climatico, guerre civili e povertà”, ha sostenuto Tajani.
“L’obbiettivo principale della discussione nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno”, ha aggiunto il presidente del Parlamento europeo, “sarà trovare un accordo sulla gestione delle frontiere”. “Per questo motivo, lo ribadisco ancora una volta, i leader, invece di polemizzare tra loro e dare priorità agli interessi nazionali rispetto alle necessità comunitarie, tengano in considerazione la proposta votata dal Parlamento sulla riforma del regolamento di Dublino”. “Questa proposta di riforma, che prevede l’abolizione del principio della responsabilità esclusiva del Paese di primo arrivo sulla gestione delle richieste di asilo, e l’applicazione di rilocazioni automatiche e obbligatorie dei migranti tra i Paesi Ue, riteniamo sia la soluzione ottimale”, ha affermato il presidente dell’Europarlamento.
Sulla Brexit, invece, Tajani ha detto che “il divorzio tra l’Ue e il Regno Unito è un’altra questione fondamentale e complessa, ma tuttavia meno rischiosa del tema migranti”. “Brexit è un problema più per il Regno Unito che per l’Ue al momento”, ha sostenuto Tajani, “perché noi siamo pronti a cooperare ma è difficile negoziare con un Paese come il Regno Unito che, a causa di numerose divergenze tra politici anche dello stesso schieramento e diversi partiti, non si capisce cosa voglia fare”.
“Le parti sono vicine a un accordo sui costi della Brexit e sulla garanzia dei diritti sia dei cittadini Ue risiedenti nel Regno Unito sia dei cittadini britannici che vivono nell’Ue, ma siamo ancora lontani dal trovare un compromesso sul delicato tema del confine irlandese”, ha aggiunto il presidente del Parlamento europeo. “La posizione del Parlamento sulla questione è che sia necessario rafforzare l’Accordo del Venerdì Santo tra il Regno Unito e l’Irlanda, che segnò la fine del conflitto nordirlandese nel 1988, e occorra costituire un confine flessibile ma regolarmente controllato che consenta di preservare il buon funzionamento del mercato unico”, ha concluso Tajani.
Nel seminario sulla Brexit è intervenuta anche l’europarlamentare laburista britannica del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D) Judith Kirton-Darling. Nello specifico, ha affermato che “il Regno Unito con Brexit perderà il diritto di prendere parte alle decisioni comunitarie, ma resterà un Paese europeo e perciò dovrà trovare un accordo ottimale con l’Ue che garantisca al Paese di mantenere legami politici ed economici con l’Unione”. “Sono convinta che l’unica strada percorribile per la questione irlandese sia una soluzione che preveda la permanenza dell’Irlanda nel mercato unico e nell’unione doganale”, ha proseguito l’eurodeputata britannica. Kirton-Darling ha anche annunciato che “verrà presto presentata una mozione al Parlamento britannico per chiedere di convocare un secondo referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue che, se dovesse passare, ma tutto dipende da quale posizione assumeranno i ‘ribelli’ del Partito conservatore, aprirebbe imprevedibili scenari che non escluderebbero nulla, compresa una seconda chiamata alle urne sulla Brexit”.