Bruxelles – L’eurodeputato del Pd Nicola Danti ha scritto oggi alla Commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager una lettera congiunta insieme ai colleghi Paolucci e Bonafè per chiedere l’apertura di una indagine che faccia luce su eventuali violazioni delle regole europee sulla concorrenza nel caso Bekaert. Nella lettera si chiede in particolare di chiarire se l’azienda belga abbia o meno utilizzato fondi europei o fondi di Stato della Romania per spostare la produzione dall’Italia in quel paese. L’iniziativa arriva dopo l’interrogazione già presentata la scorsa settimana alla Commissione europea sullo stesso argomento.
“Anche qui a Bruxelles coi colleghi Bonafè e Paolucci ci stiamo muovendo in tutti i canali a nostra disposizione per tutelare i lavoratori della Bekaert di Figline – spiega Danti -. Ci aspettiamo ora che la commissaria avvii al più presto l’indagine e ci aspettiamo che il ministro Di Maio solleciti la Commissione europea in questo senso, come aveva fatto il suo predecessore Calenda sulla vicenda Embraco. Non ci fermeremo nella nostra battaglia fino a quando sarà completamente tutelata la dignità dei lavoratori coinvolti. Sarò al loro fianco anche venerdì a Figline, in occasione della fiaccolata e del Consiglio Comunale straordinario”.
La direzione di Bekaert Group ha annunciato la chiusura del sito italiano di Figline e Incisa Valdarno, dove si producono rinforzi in acciaio per pneumatici, cessando così l’attività nella fabbrica, acquistata nel 2014 da Pirelli. Il gruppo belga in una nota esprime l’intenzione di “avviare un dialogo teso ad attenuare l’impatto sociale per i 318 dipendenti interessati”. Intanto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato che il ministero dello Sviluppo economico martedì prossimo convocherà i sindacati e i rappresentanti dell’azienda.
La Fiom spiega che “l’età media dei lavoratori è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l’indotto sono più di 400 le persone coinvolte”.
Dall’azienda ribattono che negli ultimi anni “la posizione del sito di Figline nel mercato di riferimento ha subito notevoli pressioni. A causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella regione Emea (che vuol dire Europa-Medio oriente ed Africa, il che vuol dire che altri stabilimenti in Europa sono considerati più redditizi, ndr), il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario”.