Roma – Sulle politiche migratiorie e la riforma del regolemento di Dublino sull’asilo l’Italia resta alla proposta avanzata nel vertice informale a 16 di domenica scorsa. Anche al Consiglio europeo di domani e dopodomani il capo dell’esecutivo Giuseppe Conte porterà la proposta in 10 punti per una “strategia europea multilivello per le migrazioni”. Darà battaglia sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità in un Fondo monetario europeo e chiederà che il prossimo Bilancio Ue si possa utilizzare anche per il reddito di cittadinanza.
In Aula a Montecitorio – più tardi replicherà in Senato – il presidente del Consiglio promette che arriverà alla riunione di Bruxelles “con un percorso chiaro, da seguire senza tentennamenti”, per promuovere “il cambiamento” promesso e farlo “con la forza e la consapevolezza di un governo che in Europa parla con una voce sola, ferma e risoluta”, rimarca guadagnandosi il primo scroscio di applausi della maggioranza.
Sul dossier migranti, il più caldo in questi giorni, Conte rilegge sostanzialmente il documento elaborato per il summit ristretto di qualche giorno fa. “La questione davvero importante per noi”, spiega, “è risolvere più efficacemente il problema dei movimenti primari, e questo significa, pressoché automaticamente, operare una drastica riduzione dei movimenti secondari che molto preoccupa alcuni nostri partner europei”.
Riduciamo gli arrivi e si ridurranno i richiedenti asilo che si spostano in altri Paesi membri dopo aver fatto domanda in Italia, è il ragionamento di Conte, che invita a superare un “tragico paradosso: i diritti di coloro che intendono richiedere asilo vengono riconosciuti solo nel momento in cui gli interessati riescono a raggiungere le coste dell’Europa. Questo momento va anticipato per tutelare i loro interessi e garantire più sicurezza al nostro Paese”, sostiene il capo del governo riferendosi agli hot spot extra-Ue – l’Italia li propne a Sud della Libia – per l’identificazione e la valutazione delle domande di protezione internazionale.
“Chi sbarca in Italia sbarca in Europa: ripeterò sempre questo principio con forza”, promette l’inquilino di Palazzo Chigi. “Se davvero esiste l’Europa di Schengen fondata sul binomio responsabilità e solidarietà”, incalza, “allora questo criterio del paese di primo arrivo va rivisto e superato”. Come farlo è presto detto: “Occorre superare il principio di attraversamento illegale (delle frontiere, ndr) per le persone che sono soccorse e portate a riva in adempimento di obblighi internazionali e nazionali” sul soccorso in mare. L’intenzione è “scindere il piano del porto di sbarco dal piano dello Stato competente a esaminare le richieste di asilo”, perché “l’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare le domande di asilo per conto di tutti”, ammonisce il premier. Quanto ai migranti economici, ogni Paese deve mantenere la facoltà di stabilire quanti accoglierne, “anche perché non sembra questo il momento di proporre cessioni di sovranità” in materia di immigrazione, dice Conte.
Il presidente del Consiglio avanza anche la richiesta di maggiori risorse comuni da investire in Africa, e in Libia in particolare, per contenere i flussi migratori in arrivo. Tuttavia punta al bilancio Ue anche per questioni interne. Cita i recenti dati Istat che parlano di 5 milioni di persone sotto la soglia di povertà e annuncia: “Pretenderemo che l’Ue contribuisca a dare risposte consentendo un più ampio e organico utilizzo dei Fondi strutturali”.
Ha in mente di utilizzare le risorse europee destinate alle politiche sociali e di coesione per realizzare reddito e pensione di cittadinanza, la principale promessa fatta dai 5 Stelle in campagna elettorale. Il bilancio Ue, spiega il titolare dell’esecutivo, “è un elemento essenziale per il raggiungimento di questo obbiettivo”. Al tavolo dei leader Ue, quando si discuterà del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, Conte proporrà che il bilancio comunitario “riservi un’attenzione finanziaria più sostanziale ai fondi europei a sostegno dell’Inclusione sociale. Penso al Fondo sociale che potrebbe servire a finanziare la riforma dei centri per l’impiego, che sono il cardine della nostra proposta sul reddito di cittadinanza”.
Il premier è intenzionato a “portare a Bruxelles anche la nostra visione sulla riforma del sistema tributario, spiegarlo e contribuire al dibattito” sull’argomento perché “l’Italia ha bisogno di ridurre la pressione fiscale, come ci siamo impegnati a fare” inserendo la flat tax nel contratto tra M5s e Lega. “Il nostro obbiettivo è e resta eliminazione del divario di crescita tra Italia e Ue”, indica Conte rimarcando che “il debito pubblico è oggi certamente sostenibile” e preparandosi a dare battaglia sui vincoli di bilancio. Vuole ottenere più margini di manovra per orientare “la politica fiscale e di spesa pubblica al perseguimento di crescita stabile e sostenibile”.
Da questo punto di vista si dice “ottimista, ma sarò molto chiaro sulle nostre posizioni: se vogliamo realizzare un’unione econmica che sia realmente percepita come vicina ai nostri cittadini è il momento di far avanzare la condivisione del rischio, finora rimasta troppo indietro”.
Per la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) in un Fondo monetario europeo (Fme), il capo dell’esecutivo avverte: “Non vogliamo un Fme che, lungi dall’operare per finalità perequativa, finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti”, impedendo loro di “elaborare in autonomia politiche economiche efficaci”. Quindi, niente “rigidità nella riforma del Mes, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire essi stessi all’instabilità finanziaria anziché prevenirla”. Da scongiurare è anche il rischio di “pericolose duplicazioni con i compiti della Commissione europea per la sorveglianza fiscale”, aspetto che per altro “rischierebbe di delegittimare la base democratica di queste funzioni” di controllo che sono “essenziali per la stabilità finanziaria”.
Riguardo alla Difesa l’Italia confermerà il suo impegno nella cooperazione strutturata permanente (Pesco) avviata da 25 Paesi membri, ma sottolineando che “queste iniziative si completano e si rafforzano nell’ambito della Nato, alla quale l’Ue rimane strettamente legata così come il nostro Paese”. Alleanza atlantica cui però Conte dà un dispiacere – almeno a buona parte degli Stati che ne fanno parte – parlando delle sanzioni economiche contro la Russia. “Riaffermeremo il principio che non debba esserci nulla di automatico nel rinnovo”, annuncia. “Sul punto occorre molta cautela”, aggiunge, ma il presidente è determinato a “prestare grande attenzione al sostegno della società civile russa e anche agli interessi delle nostre imprese, piccole e medie, che sono coinvolte nelle reazioni” russe alle sanzioni europee.
Tra gli argomenti del denso Vertice europeo di domani e dopodomani figura anche la Brexit. Conte conferma che la questione del confine tra Ulster e Irlanda rimane la più complicata, si spende per la difesa dei diritti degli europei che rimarranno nel Regno unito dopo il divorzio dall’Ue, e parla delle future relazioni: “Si negozia l’uscita del Regno unito dall’Ue, ma allo stesso tempo dobbiamo costruire un partenariato che rifletta il profondo legame tra la Gran Bretagna e il continente europeo”. L’esecutivo italiano pensa a “un partenariato basato: sulla mobilità, per garantire che gli scambi tra i nostri cittadini possano continuare; sull’economia, per mantenere un elevato scambio di commerci; e sulla sicurezza, per affrontare insieme in modo più efficace le sfide del nostro tempo”.