Bruxelles – “Dopo essere stato approvato la settimana scorsa dal Parlamento britannico, il disegno di legge sulla Brexit è stato firmato oggi dalla regina Elisabetta II e, avendo ricevuto il consenso regio, rappresenta l’ultima tappa della procedura legislativa sulla Brexit”. Lo ha annunciato stamattina il presidente della Camera dei Comuni del Regno Unito John Bercow, scatendando l’ovazione dei deputati conservatori presenti.
Per i sostenitori della Brexit, la promulgazione della proposta votata la scorsa settimana dal Parlamento – che con il via libera della Regina rende legge il divorzio tra Ue e Regno Unito – è la fine di un lungo e travagliato percorso. Infatti, dopo mesi di battaglie in Parlamento da quando la proposta di legge è stata discussa per la prima volta a settembre, i deputati euroscettici britannici, dopo l’adozione del provvedimento interpretano quest’ultimo passaggio come una garanzia che il Regno unito, a prescindere dalle incertezze sui negoziati con l’Ue, abbandonerà l’Unione in un modo o nell’altro.
Secondo il ministro per il Commercio britannico Liam Fox, “le possibilità che il governo ritratti la propria decisione di lasciare l’Ue sono al momento pari a zero e l’approvazione della legge da parte della regina ha lanciato in maniera irrevocabile l’attuazione delle procedure Brexit”. Il deputato conservatore Jacob Rees-Mogg, sostenitore di una Brexit senza concessioni, ha affermato che “la conclusione di questo difficoltoso processo legislativo consente alla premier britannica Theresa May di assumere una posizione molto più forte nei negoziati con l’Ue”.
La promulgazione della legge sulla Brexit permetterà al Regno Unito di mantenere i propri diritti e doveri come Paese membro dell’Ue fino a quando non avrà reciso il proprio cordone ombelicale con il blocco europeo il 29 marzo 2019 allo scoccare della mezzanotte di Bruxelles (le 23,00 a Londra), data e ora confermate in maniera ufficiale da May. Il provvedimento sulla Brexit, oggi divenuto legge a tutti gli effetti, porrà fine alla supremazia del diritto europeo sul diritto nazionale britannico e integrerà nella giurisprudenza britannica le leggi comunitarie che il governo di Londra deciderà di mantenere.