Bruxelles – A due giorni dal Consiglio europeo – dove tra gli altri argomenti si parlerà di crisi migratoria -, nel corso della conferenza che celebra l’eredità culturale europea come antidoto contro la disgregazione dell’Ue, il presidente dell’esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker fa appello agli Stati membri per trovare una soluzione al problema dei migranti.
“Dobbiamo dare una risposta coerente alla crisi migratoria”, perché “la solidarietà” che fa parte del “patrimonio culturale europeo”, si sta adesso “lacerando” e “le lacerazioni continuano, così come la fragilità”, ha detto Juncker nel corso della conferenza ‘Cultural heritage in Europe: linking past and future’, il 26 maggio al Parlamento europeo.
L’appello del presidente arriva a due giorni dal vertice dei leader europei, dove verrà discussa la direzione che l’Unione dovrà prendere in merito al diritto di asilo, e più ampiamente sul tema immigrazione, per fronteggiare un’emergenza che non è tanto – o non solo – pratica e che sta scuotendo le fondamenta stesse dell’unità europea. “Questa rottura della solidarietà – ha continuato Juncker nel suo intervento – lascia spesso ferite che durano per lungo tempo”, e la causa, ha aggiunto, “è che ci conosciamo poco gli uni con gli altri”.
L’Unione – ha spiegato il politico lussemburghese – non è solo “mercato interno, relazioni commerciali e valuta unica”, ma anche un’Unione di “diversità, forza e talenti” dei giovani europei. In questo “anno europeo della Cultura” ha proseguito il capo dell’esecutivo comunitario, “c’è l’occasione per conoscere meglio l’Unione nella sua diversità” e renderla più forte. E questo, fino a oggi, ha evidenziato Juncker, è stato possibile anche soprattutto grazie a Erasmus +, grazie al quale “milioni di giovani” che hanno preso parte al programma, hanno “scoperto nuovi paesi e culture” e, soprattutto, “un milione di bambini – veri e propri “europei” – sono nati”.
Alla conferenza è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che ha messo l’accento sulla necessità di dare nuovo lustro all’industria culturale europea. “Metà del patrimonio mondiale dell’Unesco – ha spiegato il presidente dell’Europarlamento – si trova nella nostra Europa”, e l’industria culturale europea è unica ed estremamente importante, dal momento che si stima che “per ogni posto direttamente legato al settore culturale se ne creano 27 indiretti” ovvero “molti di più che nell’industria dell’auto”.
“Nei prossimi 10 anni – ha aggiunto Tajani – i viaggiatori raddoppieranno, e diventeranno 2 miliardi”, molti dei quali saranno parte di una nuova “classe dirigente emergente dell’Asia che avrà potere di spesa” e cercherà “la bellezza, lo stile, il cibo e il design” europei. Ed è per questo, ha concluso il presidente degli eurodeputati, che l’industria culturale e creativa europea va supportata, “perché la creatività necessita di investimenti”. La creatività, ha continuato Tajani, va anche “tutelata”, perché “non possiamo più tollerare che essa sia sfruttata per arricchire i giganti del web”, dal momento che troppo spesso le piattaforme diffondono contenuti senza consensi.
Le dichiarazioni arrivano mentre è in discussione al Parlamento europeo la riforma del diritto d’autore che dovrà essere esaminata dalla Plenaria la prossima settimana. Un argomento sul quale si è scatenata la polemica tra tajani e il vicepresidente del Consiglio Luigi di Maio, che ha minacciato il non recepimento della direttiva sul copyright da parte dell’Italia nel caso venga approvata senza modifiche.