Roma – Con la cooperazione strutturata permanente sulla difesa (Pesco) l’Unione europea “sta avanzando a grandi Passi” nel settore degli armamenti, ma sul piano “operativo è allo stato embrionale”, secondo la ministra della Difesa francese Florence Parly. In una intervista su Le Figaro (qui in francese, a pagamento), l’esponente dell’esecutivo transalpino ha annunciato degli avanzamenti anche in questo settore, con un dichiarazione d’intenti che 9 Paesi consegneranno al Consiglio Ue Esteri e Difesa, oggi a Lussemburgo, per la creazione di una Iniziativa europea di intervento. Nell’elenco figurano Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio, Danimarca, Estonia e perfino il Regno unito, nonostante la Brexit. Per ora l’Italia resta fuori. Il nostro Paese aveva manifestato interesse, riferisce Parly, ma il nuovo esecutivo M5s-Lega “non ha ancora preso la decisione finale”.
Questa iniziativa, indica la ministra, “permetterà ovviamente l’associazione anche di altre forze extra Ue. Ad esempio la Gran Bretagna vuole mantenere una cooperazione con l’Europa”. La forza sarà denominata European intervention initiative, e prevede una “pianificazione congiunta su scenari di crisi che potrebbero minacciare la sicurezza europea”. Per la titolare della Difesa francese, “le scadenze e le decisioni nell’Ue sono ancora troppo lunghe rispetto all’urgenza che può sorgere da una situazione critica in un Paese terzo che gli Stati membri ritengono strettamente legato alla loro sicurezza”. L’iniziativa lanciata oggi si pone l’obbiettivo di creare una capacità operativa in grado di essere dispiegata e intervenire in tempi brevi. Il rischio è di creare duplicazioni con i Battlegroups Ue, l’opportunità è di accelerare sulla strada della difesa comune europea.