Bruxelles – Mentre Francia, Germania e altri 7 stati Ue ( tra cui il Regno unito che presto lascerà i 27) pensano ad acquisire autonomia dalla Nato con una forza militare europea, i ministri della difesa dell’Unione fanno fanno fare passi avanti alla cooperazione tra Stati nella ricerca e nello sviluppo militare, e sostengono le missioni globali dell’Ue. Il 25 giugno, i ministri della Difesa europei hanno dato l’avallo a all’iniziativa della Commissione per un fondo per la Difesa, che dovrebbe dotarsi di 13 miliardi di euro per per il periodo 2021-2027 e a nuove a regole per la governance della cooperazione strutturata permanente (Pesco).
Nel corso della riunione a Lussemburgo, il Consiglio ha stabilito che i 13 miliardi che l’esecutivo comunitario vuole riservare al fondo nell’ambito del nuovo Quadro finanziario pluriennale (che è in fase di negoziazione), possono essere uno “strumento appropriato”.
Presentando una nota della Commissione sul Quadro finanziario pluriennale, il commissario per il Bilancio Ue Guenter Oettinger ha parlato dei 13 miliardi proposti come un “contributo importante” che va deve avere “effetti a cascata nel settore difesa”.
Nato per migliorare innovazione e cooperazione nella ricerca e sviluppo industriale del settore, il fondo ha come obiettivo quello di rafforzare l’autonomia strategica dell’Ue nel campo della Difesa, potenziando la ricerca e l’innovazione trans-frontaliere. Il Fondo europeo per la difesa è stato annunciato da per la prima volta dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2016 ed è stato lanciato in versione sperimentale nel giugno 2017.
Il Consiglio ha anche stabilito nuove regole per la Pesco, in particolare per i singoli progetti che ne fanno parte, per i quali si prevede che la direzione politica sia affidata al Consiglio, mentre la governance dei progetti agli Stati membri coinvolti – e a fare da punto di contatto sarà il segretario della stessa Pesco.
Impegni più stringenti per gli Stati membri verranno resi noti entro la fine del mese, mentre a novembre il Consiglio prenderà decisioni sui nuovi progetti. L’Italia ha una buona posizione sui 17 progetti in corso – partecipa a 15 e ne guida 4.
I ministri hanno anche discusso del Fondo europeo per la pace, proposto dall’alta rappresentante Federica Mogherini nella prima metà di giugno, stabilendo che gli organismi competenti si mettano al lavoro per presentare proposte concrete.
Il fondo – che dovrebbe essere finanziato al di fuori del bilancio Ue – dovrebbe contribuire a migliorare la capacità dell’Ue di prevenire conflitti e garantire la sicurezza internazionale per le missioni Ue compiute nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc).
Infine, i ministri hanno parlato anche di mobilità militare, dopo che Federica Mogherini e la Commissione europea hanno adottato un Action Plan in proposito a marzo 2018. Il Consiglio chiede una rapida attuazione del piano, in particolare perché vengano messi a punto i dettagli tecnici necessari (su infrastrutture dei trasporti, veicoli, ecc.) entro luglio 2018.