dall’inviato
Lussemburgo – Accordo doveva essere ed accordo è stato. L’Eurogruppo trova l’intesa per sbloccare l’ultima tranche di aiuti per la Grecia, permettere al Paese di uscire dal programma di assistenza finanziaria e tornare sui mercati ad agosto. E’ la fine di un un incubo durato otto anni, fatti di tre piani di aiuti internazionali da oltre 270 miliardi di euro, e cure lacrime e sangue. Al termine di una riunione conclusa a notte inoltrata, la repubblica ellenica ottiene concessioni sul debito, e soprattutto la liquidazione del Fondo monetario internazionale che esce finalmente dall’assistenza del Paese dell’Eurozona, ponendo fine all’era della Troika. Risultati importanti, a cui fanno da contraltare impegni non meno importanti.
Atene avrà 15 miliardi, da usare in primo luogo per ripagare i prestiti del Fmi, che rispondono a tassi di interesse più alti dei prestiti europei. In questo modo il Fondo viene ripagato di tutto e Atene non avrà più obblighi con l’organismo di Washington. In totale 5,5 miliardi di euro saranno usati per onorare le restituzioni più immediate e onerose, mentre 9,4 miliardi di euro serviranno per avviare la costituzione di riserve di capitali da usare in caso di eventuali shock futuri. I creditori consentono alla Grecia di uscire dal programma di assistenza a patto che il Paese si doti di un cuscinetto finanziario di 24,1 miliardi di euro, in grado di garantire eventuali necessità nazionali per i primi due anni (22 mesi) dopo l’uscita dal programma di assistenza, previsto ad agosto.
Il governo di Alexis Tsipras ottiene inoltre una ristrutturazione del debito nella misura di un prolungamento delle scadenze. La Grecia avrà dieci anni in più per ripagare il fondo salva-Stati Esfs, che verrà rimborsato a partire dal 2032 anziché dal 2022. Sarà sempre nel 2032 che l’Eurogruppo valuterà la situazione e deciderà “se misure aggiuntive per il debito sono necessarie” ai fini della stabilità delle finanze elleniche e dell’intera Eurozona. Nel frattempo i governi futuri di Atene dovranno garantire un avanzo primario del 3,5% del Pil per i prossimi cinque anni e poi, dal 2023 e fino al 2060, garantire un avanzo primario “medio” del 2,2% del Pil.
“Dopo otto lunghi anni, la Grecia uscirà definitivamente dalla sua assistenza finanziaria”, sottolinea il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. “La Grecia si unisce all’Irlanda, alla Spagna, a Cipro e al mio paese, il Portogallo, nel gruppo dei Paesi dell’area dell’euro che hanno invertito le loro economie e ancora una volta camminano sulle proprie gambe”. Quella greca “è una storia di successo dell’implementazione del programma”, sostiene il lusitano.
Adesso il Paese entrerà nella fase di sorveglianza che accompagna i programmi di aiuti. Il Fondo monetario internazionale continuerà comunque a fornire assistenza e consulenza tecnica alle parti.
L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Valli ammonisce che “non c’è niente da festeggiare per la Grecia e men che meno per l’Eurozona. La Grecia è stata umiliata, non è stata aiutata come vogliono farci credere. L’operazione di salvataggio della Troika, dati alla mano, è servita in principio alle banche private francesi e tedesche per spalmare la loro concentrazione in titoli greci sui governi dell’Eurozona, che si son sostituiti come creditori”. Secondo Valli “dobbiamo uscire dalla logica di questi meccanismi del prestito condizionato, che in queste settimane alcuni falchi in UE stanno cercando di rafforzare. L’Eurozona deve essere solidale e dotarsi di strumenti veri di condivisione rischi e trasferimenti fiscali, per gestire e sopravvivere alle crisi insieme, non mezzi di umiliazione dei popoli”.
E’ invece soddisfatto Udo Bullmann, capogruppo dei socialdemocratici al Parlamento europeo “Accogliamo con favore l’accordo raggiunto ieri dai ministri delle finanze dell’Eurozona, che apre un percorso credibile affinché la Grecia esca con successo dal programma di assistenza finanziaria, onori i suoi impegni e riprenda il suo destino nelle proprie mani. I greci ora possono voltare pagina di austerità e costruire un paese più stabile e più forte per le prossime generazioni”. Secondo il politico tedesco “Pierre Moscovici e Mário Centeno (ambedue del Pse, ndr) hanno dato un contributo sostanziale al successo del programma. L’Eurozona e il progetto europeo sono stati sull’orlo del collasso più di una volta durante la crisi finanziaria. Siamo grati a Moscovici e Centeno per il loro impegno e contributi inestimabili per risolverli.
Per Bullmann “l’attenzione deve ora spostarsi verso l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria in un modo che renda le ripetizioni della situazione greca impossibili in futuro. Il prossimo vertice europeo deve segnalare che gli stati membri sono pronti ad agire. Il gruppo S&D è pronto a mettere in pratica quanto prima buone idee, come il Fondo monetario europeo e un consistente bilancio dell’Eurozona”.