Bruxelles – In vista della riunione straordinaria informale dei leader europei di domenica e di quella formale della settimana prossima, ove migrazione e asilo saranno tra gli argomenti principali in agenda, la Commissione Ue abbozza l’idea di un meccanismo di sbarchi regionali per i migranti al di fuori dell’Ue, ammettendo però che ancora nessuno, tra gli Stati potenzialmente coinvolti, ha dato la sua disponibilità.
L’Ue sta “esplorando con lo le Nazioni Unite e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Iom)” un regime di sbarchi regionali da stabilirsi tramite “un accordo dei Paesi intorno il Mediterraneo”, per far sì che, per i migranti, “salire su una barca non significhi un passaggio gratis verso l’Ue”, ha detto il commissario per le Migrazioni Dimitris Avramopoulos il 21 giugno.
Per mettere in piedi tale regime di sbarchi, che sarà combinato con “rimpatri volontari verso i Paesi di origine”, la “redistribuzione” per le persone che meritano tutela e un “sostegno finanziario” ai Paesi extra-Ue interessati, sia per la “protezione delle frontiere” e la “prevenzione delle partenze”, ha spiegato Avramopulos, l’Ue vorrebbe intensificare la cooperazione, tra gli altri, con “Algeria, la Libia, l’Egitto la Tunisia e il Marocco”.
Tuttavia, ha ammesso il commissario, “finora non abbiamo Paesi che si sono manifestati in questo senso” perchè “se ne deve ancora parlare” e l’Ue non ha ancora “nulla di concreto in mano”.
Il commissario ha poi parlato della natura dei centri esterni dai Paesi Ue, spiegando che essi non devono essere una sorta di “Guantanamo per i migranti” e che l’idea è quella di far sbarcare le persone “in porti sicuri, nei quali possano operare lo Iom l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati” sottolineando che, l’approccio generale, rimane quello di “salvare le vite umane”.
La proposta, che verrà inclusa nel progetto di conclusioni del prossimo Consiglio, ricalca quella originariamente avanzata dal primo ministro ungherese Viktor Orban, che è da tempo al centro delle polemiche per le sue accese politiche anti-migratorie – riconfermate giusto ieri da una serie di misure che colpiscono Ong e persone occupate ad aiutare i richiedenti asilo. Rifiutata nel 2015, al culmine della crisi migratoria,la proposta è stata aggiornata martedì scorso dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk.
La Commissione “condivide le preoccupazioni italiane”
La Commissione Ue ha affrontato anche le preoccupazioni dell’Italia, le stesse Grecia e Malta, sulla bozza conclusiva del vertice informale di domenica (ora sconfessata dalla cancelliera Angela Merkel che ha comunicato al premier Giuseppe Conte che quella è carta straccia) in merito ai movimenti secondari di migranti, e al fatto che vadano “ridotti significativamente”, tra le altre cose “prevenendo l’attraversamento illegale delle frontiere interne tra Stati membri”.
Ieri, la proposta, aveva suscitato la reazione dura del ministro degli Interni Matteo Salvini che ha minacciato non non “andare nemmeno” a Bruxelles, se il motivo fosse quello di avere un “compitino già scritto da Francia e Germania”, mentre oggi Conte, dopo le rassicurazioni di Merkel sul fatto che quel documento è stato cestinato, ha confermato la sua presenza.
“Condividiamo la preoccupazione dell’Italia” sulla proposta che riguarda i movimenti secondari dei migranti, ha detto Avramopoulos, aggiungendo che “la bozza della dichiarazione di domenica” è solo una “bozza di discussione” di quello che è un incontro con scopo “di consultazione”. La bozza, ha aggiunto il commissario verrà “riequilibrata prima del vertice,” il consesso nel quale, alla fine “le decisioni verranno prese”.
L’Italia, ha riconosciuto il commissario, ha fatto un grande lavoro sul fronte migratorio ed “ha ragione a chiedere un cambiamento. le regole internazionali non sono chiare”, tutti fanno “gli scarica barile” e questo non è giusto.