Roma – L’Italia è riuscita ad affossare le conclusioni del mini-vertice sui migranti convocato per domenica prossima a Bruxelles. La bozza che non piaceva per nulla al governo M5s-Lega non sarà sul tavolo dei leader di Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Paesi Bassi, Malta, Belgio, Austria e Bulgaria che si incontreranno a Palazzo Berlaymont. È la rassicurazione che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ottenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, in una telefonata in cui l’omologa voleva assicurarsi sulla partecipazione dell’italiano al mini-summit convocato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.
Conte scrive sul proprio profilo Facebook che la numero uno dell’esecutivo di Berlino era “preoccupata” della possibile assenza italiana, e il premier le ha confermato che “sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato”, per altro indigesto alla maggioranza giallo-verde. “La cancelliera ha chiarito che c’è stato un fraintendimento”, prosegue l’inquilino di Palazzo chigi riferendo che “la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata”. La base della discussione sarà “la proposta italiana e se ne discuterà insieme alle proposte degli altri Paesi”, precisa il titolare dell’esecutivo.
Da quello che trapela da fonti governative, l’intenzione è proporre una sospensione del regolamento di Dublino se i richiedenti asilo effettuano il loro primo ingresso in un Paese membro via mare. Il corollario è che i migranti, sbarcando nei porti italiani, mettono piede su suolo europeo, non solo italiano, e la loro presa in carico spetta all’Ue nel suo insieme. “Nessuno può pensare di prescindere dalle nostre posizioni. Ci vediamo domenica a Bruxelles!”, ammonisce Conte. È tuttavia difficile che questa posizione venga condivisa da tutti al summit di domenica.
Ecco perché il leader italiano mette le mani avanti: “L’incontro non si concluderà con un testo scritto”. Segno che anche tra i più “interessati” – definizione di Juncker – a individuare una soluzione europea per il dossier immigrazione, non c’è intesa. Il vertice, anticipa Conte, si chiuderà “solo con un sommario delle questioni affrontate e sulle quali continueremo a discutere al Consiglio europeo della prossima settimana”, dove un fronte abbastanza compatto e refrattario all’accoglienza di migranti, il gruppo di Visegrad con l’Austria, si troverà di fronte un altro gruppo di Paesi “interessati” a una soluzione comune ma senza idee chiare su quale debba essere.
Fonti diplomatiche a Bruxelles confermano che domenica ci sarà solo “una discussione” e non è prevista l’adozione di un documento di impegni. Addirittura sempre secondo le stesse fonti diplomatiche anche il tema delle “piattaforme regionali” dove smistare i migranti non è stato in nessun modo approfondito. “Se ne parla da un paio di giorni – dice la qualificata fonte – ma non sappiamo ancora cosa siano. Sono un tema interessante, ma dove sarebbero? Cosa farebbero? Molte questioni sono ancora aperte, tipo quella su che leggi sarebbero applicate”, perché, se fossero fuori dall’Unione europea le norme Ue avrebbero una valenza limitata forse solo alle concessioni di asilo, ma resta aperto tutto il fronte sul trattamento di queste persone. Ad esempio, in base a quali leggi potrebbero essere eventualmente rimpatriate?