Roma – Sono più simili di quanto si immagini. Hanno più punti in comune di quanti se ne possano trovare tra le altre forze politiche in Parlamento. Le differenze non sono poi così pronunciate, e in ogni caso facilmente superabili. L’incubazione e la nascita dell’esecutivo M5s-Lega sono state accompagnate da questo tipo di ragionamenti sulla stampa, nei talk televisivi e sull’informazione online, tendendo spesso a minimizzare le differenze. Su migranti e rom, tuttavia, le distanze esistono e stanno facendo registrare le prime frizioni all’interno della maggioranza giallo-verde. Dissapori che si manifestano anche nelle sedi europee.
Dopo la dichiarazione con cui ieri il ministro degli interni e leader leghista Matteo Salvini annunciava un censimento della popolazione rom in Italia, a fatica Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 stelle e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, tratteneva l’imbarazzo per l’uscita del segretario del Carroccio. Solo in serata, dopo una parziale marcia indietro del vicepremier leghista, Di Maio registrava con “piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento, registrazione o schedatura: se una cosa non è costituzionale non la si può fare”. Poi, per smontare ulteriormente la retorica del leghista, l’altro vice del presidente Giuseppe Conte faceva suo lo slogan salviniano ‘prima gli italiani’, ma lo declinava in un altro senso: “Gli italiani sono la priorità”, diceva, ed è “bene occuparsi di immigrazione, ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare”. Un modo per sottolineare che oggi, al contrario di quanto si possa pensare guardano l’attenzione riservata dai media ai due argomenti, affrontare l’emergenza lavoro è più urgente che occuparsi di flussi migratori in netto calo rispetto ai periodi critici affrontati negli anni passati.
Nello stesso solco di conflittualità tra M5s e Lega si colloca l’intervento di ieri del presidente della Camera Roberto Fico. L’inquilino di Montecitorio aveva attaccato ieri il primo ministro ungherese Victor Orban – insieme con Marine Le Pen il premier di Budapest è uno degli alleati europei di Salvini – che a suo avviso dovrebbe essere multato se continuasse a rifiutare la redistribuzione per quote dei rifugiati tra i Paesi dell’Ue.
Oggi il conflitto tra pentastellati e leghisti sui migranti si manifesta anche in Europa. È infatti dall’eurodeputata a 5 stelle Laura Ferrara, vicepresidente della commissione Giustizia a Strasburgo, ad attaccare ancora Salvini ‘per interposto alleato’. Anche la parlamentare europea se la prende infatti con Orban. La sua recente proposta di inserire in Costituzione il divieto di accoglienza “è l’ennesima riprova che il governo ungherese mai potrà essere nostro alleato nella gestione dei flussi migratori”, scrive su Twitter Ferrara, la quale si sente “distante anni luce da un governo che calpesta i diritti fondamentali”, ma col quale l’alleato del M5s a Roma si dice pronto a riscrivere le regole europee per la gestione dei flussi migratori.
La recente proposta di Orban di inserire in costituzione il divieto di accoglienza è l’ennesima riprova che il governo ungherese mai potrà essere nostro alleato nella gestione dei flussi migratori. Mi sento distante anni luce da un governo che calpesta i diritti fondamentali.
— Laura Ferrara (@LFerraraM5S) June 19, 2018