Bruxelles – Piattaforme “regionali” per distinguere i migranti economici da coloro che richiedono protezione internazionale e leggi nazionali per impedire ai richiedenti asilo di muoversi all’interno dell’Ue. Un colpo al cerchio e uno alla botte è quello a cui lavora il gabinetto del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in vista del Vertice del 28 e 29 giugno, secondo una bozza di conclusioni che Eunews ha potuto visionare.
Come indicato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal presidente francese Emmanuel Macron dunque si potrebbero creare (ma dove? In Europa o fuori? Non è specificato nel documento) degli hub dove smistare i migranti, e dunque da lì stesso, si immagina, rimandare indietro quelli “economici”, che andranno però anche definiti un po’ meglio. Come chiedono i Paesi di Visegrad e anche la Csu nel governo tedesco, si bloccherebbero invece le frontiere interne ai richiedenti asilo, proposta che all’Italia non dovrebbe andare proprio a genio.
“Il Consiglio europeo – afferma il punto 4 della bozza – sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme regionali di sbarco, in stretta collaborazione con l’Unhcr (l’Agenzia per i rifugiati dell’Onu) e lo Iom (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Questa piattaforme dovranno fornire una rapido procedura per distinguere tra migranti economici e coloro che sono bisognosi di protezione internazionale, e ridurre gli incentivi ad affrontare viaggi pericolosi”.
Il punto 6 afferma invece che “i movimenti secondari (cioè tra un Paese e l’altro, ndr) di coloro che chiedono protezione tra gli Stati membri mettono in gravemente a rischio l’integrità del Sistema di Asilo europeo. Gli Stati membri dovrebbero prendere tutte le misure legislative ed amministrative interne per contrastare questi movimenti e cooperare strettamente tra di loro a questo scopo”.