Bruxelles – Ci sono state 728.470 domande di asilo nell’Ue nel 2017, il 44% in meno rispetto al milione e tre del 2016. Lo riferisce il rapporto annuale sullo stato dell’asilo nell’Ue nel 2017 diffuso stamani dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo). Il rapporto rende anche noto che, nonostante questo forte calo di richieste di asilo nell’Unione tra il 2016 e il 2017, il numero di richiedenti asilo rimane più elevato rispetto al periodo precedente alla crisi del 2015, quando più di un milione di persone sono arrivate nel territorio dell’Ue, principalmente dalla Siria. Inoltre il numero di domande di asilo in sospeso resta elevato, con 954.100 domande in attesa di una decisione.
Il calo delle domande di asilo riflette il sempre minor numero traversate verso la Grecia attraverso la rotta del Mediterraneo orientale e verso l’Italia attraverso il Mediterraneo centrale. I paesi di provenienza più comuni dei richiedenti asilo nell’Ue sono Siria, Iraq e Afghanistan. Invece la Germania risulta essere il Paese membro che riceve il maggior numero di richieste di asilo, con 222.560 domande nel 2017. Seguono Italia, con 128 850 richieste d’asilo, Francia, Grecia e Regno Unito.
A tal proposito, la rappresentante dell’Agenzia Onu per i rifugiati Sophie Magennis ha messo in evidenza la necessità per gli Stati membri di concordare su un meccanismo solidale ed automatico per ripartire i rifugiati. “Adesso è giunto davvero il momento che i leader Ue adottino un approccio comune al tema dei rifugiati, anche perché, più che una crisi legata al numero eccessivo di migranti, persiste una crisi in termini di mancata condivisione delle responsabilità in una questione così delicata”, ha affermato Magennis.