Bruxelles – Secondo i dati rilasciati oggi da Eurostat, l’offerta di posti di lavoro non soddisfatta dalle domande (job vacancy rate) in Italia è salita dallo 0,8% dell’ultimo trimestre del 2017 a 1,2% nei primi tre mesi del 2018. L’ufficio statistico dell’Ue rende anche noto che l’offerta di lavoro nell’Eurozona ammonta a 2,1% nel primo trimestre del 2018, in crescita rispetto al 2% registrato nei precedenti tre mesi. Invece nell’Ue dei 28 la quota dei primi tre mesi di quest’anno raggiunge quota 2,2%, rispetto al 2% degli ultimi tre mesi dello scorso anno.
Tra gli stati membri le quote più alte in termini di offerta di posti di lavoro riguardano la Repubblica Ceca (4,8%), il Belgio (3,5%), la Germania e la Svezia (2,9%), i Paesi Bassi e l’Austria (entrambi a quota 2,8%). Al contrario, l’offerta minore di lavoro è riscontrabile in Grecia (0,7%), Spagna e Portogallo (entrambi a 0,9%), la Bulgaria e l’Irlanda (a quota 1%).
Rispetto al primo trimestre dello scorso anno, l’offerta di posti di lavoro è cresciuta in sedici Paesi membri ed è rimasta stabile in Bulgaria, Irlanda, Danimarca, Croazia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia. Invece è calata in Grecia (-0,3 punti percentuali), Estonia (-0,2%), Malta e Romania (-0,1%). La Repubblica Ceca (+1,7 punti percentuali), l’Austria (+0,6 punti percentuali), la Lituania, l’Ungheria, i Paesi Bassi e la Slovenia (tutte a +0,5%) hanno fatto registrare l’incremento percentuale maggiore nell’Ue tra il primo trimestre del 2017 e i primi tre mesi del 2018.