Roma – Non solo redistribuzione di rifugiati, rimpatri, protezione delle frontiere e investimenti in Africa per ridurre i flussi migratori verso l’Europa. Il presidente del Consiglio Italiano Giuseppe Conte vola a Berlino per chiarire, in vista del prossimo Vertice europeo del 28 e 29 giugno, la posizione italiana anche sulla governance economica dell’Eurozona, nel tentativo di aprire la strada in Europa per il reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle.
Accogliendolo, la Cancelliera ha espresso all’ospite italiano la convinzione che ormai “i problemi che abbiamo vanno presi di petto”, a partire dalla questione migratoria per la quale ha riconosciuto per l’ennesima volta l’impegno italiano nell’accoglienza. Come stabilizzare il governo in Libia, come formare “meglio” la Guardia costiera del Paese nordafricano, come “creare condizioni migliori per i profughi” che si trovano nei centri libici, facendo in modo che l’Organizzazione internazionale dei migranti possa aiutarli, e anche l’ipotesi di “avviare già lì la procedura per l’asilo” nei paesi europei: sono tutte “questioni che dovremo discutere nei prossimi mesi collaborando molto strettamente. Indica la leader che offre la “solidarietà” del proprio Paese.
Della proposta che il governo italiano sta preparando per la riforma del regolamento di Dublino sul diritto di asilo – per Conte bisogna riscriverlo seguendo “un approccio più solidale, per il quale chi mette piede in Italia mette piede in Europa” – non ha parlato la Canceliera. Probabilmente attende di conoscerne meglio i contenuti, visto che la conferenza stampa dei due leader ha insolitamente preceduto i colloqui per venire incontro ai tempi televisivi dei Tg. Dai contatti già intercorsi, incluso il bilaterale in Canada a margine del G7, Merkel si sente però di anticipare qualcosa sul resto della strategia per le migrazioni. Si dice “totalmente d’accordo sulla protezione delle frontiere esterne”, aggiungendo che “Frontex deve essere potenziata”. L’agenzia per la Guardia costiera e di frontiera deve avere “nel medio periodo un finanziamento garantito per poter affrontare il problema della migrazione illegale e della lotta ai trafficanti di esseri umani”. Lo stesso vale per il programma di sviluppo del Continente africano, il cui fondo finanziato dall’Ue “deve essere incrementato”.
Incassata la solidarietà e la disponibilità della Cancelliera a cooperare sul dossier immigrazione, conte appare però più preoccupato di rappresentare a Berlino la posizione italiana sulle questioni economiche. Descrive il dramma dei “2,7 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare” a enti come Caritas e altre organizzazioni di solidarietà, e rivendica per il suo governo “l’obbiettivo primario di combattere la povertà e aiutare i disoccupati a reinserirsi nel mondo del lavoro”. È un modo per introdurre l’argomento ‘reddito di cittadinanza’. Vista l’entità finanziaria che assumerà la misura, occorrerà avere sostegno in Europa. Non si tratta solo di evitare bocciature nel caso, più che probabile, di deviazioni dagli obbiettivi fi finanza pubblica fissati dalle norme europee. Ciò che Conte cerca è un via libera per utilizzare direttamente dei fondi europei per realizzare il reddito di cittadinanza promesso agli elettori.
Lo dice chiaramente lo stesso inquilino di Palazzo Chigi. A so avviso, nella partita sul reddito di cittadinanza “l’Europa è essenziale, non solo su piano finanziario ma sul metodo per rendere efficaci questi strumenti” di welfare. È per questo, annuncia Conte, che “nel prossimo Consiglio europeo, in sede di discussione del quadro finanziario pluriennale, l’Italia farà pesare la propria voce per orientare le i fondi europei verso misure di sostegno all’inclusione sociale”.
“Sulla governance economica europea, l’obbiettivo della stabilità e della crescita è comune”, prosegue poi il capo dell’esecutivo italiano venendo al nuovo assetto per l’Eurozona. Un argomento sul quale, anticipa, “esprimerò alla cancelliera l’aspettativa italiana che l’Unione economica e monetaria venga riformata facendo avanzare la condivisione dei rischi, e tenendo conto che la convergenza nell’area dell’euro è ancora insufficiente”. Per Conte è inoltre “essenziale che gli strumenti non sostituiscano con un approccio intergovernativo le funzioni attualmente demandate alla Commissione europea e alle istituzioni europee”.