Roma – Una comune volontà di riforma del Regolamento di Dublino sul diritto di asilo e l’idea condivisa di organizzare centri di accoglienza europei per identificare i migranti e valutarne le richieste d’asilo nei Paesi di provenienza e di transito. Si chiude così l’aspro confronto che si era aperto tra Roma e Parigi nei giorni scorsi, dopo il rifiuto del governo italiano di concedere l’attracco alla nave Acquarius con oltre 600 persone soccorse nel Mediterraneo. L’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quello della Repubblica francese Emmanuel Macron, oggi all’Eliseo, archivia l’incidente sulla questione migratoria e produce anche una linea comune sul futuro dell’Eurozona. Orientamenti, quelli su immigrazione e governance economica, che presto saranno discussi anche con la Germania, per cercare un’ampia convergenza in vista del prossimo Vertice europeo, visto che Conte sarà a Berlino lunedì per incontrare la cancelliera Angela Merkel, la quale ha in agenda anche degli appuntamenti con il capo di Stato francese.
Immigrazione ed Eurozona hanno degli aspetti in comune, sottolinea il padrone di casa aprendo la conferenza stampa congiunta con l’ospite italiano: “Sono entrambi dei test per l’Europa e per i nostri Paesi”, e su entrambi l’Unione europea “in questi anni è mancata di efficacia e solidarietà”. Per questo, secondo Conte, “la posta in gioco è un’Europa più forte e più equa che possa soddisfare le aspettative dei cittadini di tutti i Paesi”.
Riguardo all’immigrazione, Macron sancisce una volta di più il fallimento del sistema di Dublino sull’asilo, ma boccia anche “il sistema per quote” perché “non ha dato risultati sufficienti”. Infatti, in pochi hanno rispettato l’impegno di accogliere dall’Italia e dalla Grecia i rifugiati da redistribuire in base agli accordi europei. “Bisogna trovare un meccanismo che consenta di impegnare la responsabilità di ciascuno quando cittadini non Schengen arrivano sul suolo” europeo, dice Macron, ma allo stesso tempo serve la garanzia che “non ci metta in situazioni politiche insostenibili”. Tradotto: va bene una presa in carico condivisa e solidale dei richiedenti asilo, ma non deve penalizzare elettoralmente i leader che la sottoscriveranno.
Né Macron né Conte entrano in dettagli. Il secondo annuncia che l’Italia presenterà “agli amici francesi e agli altri Paesi una propria proposta” sulla riforma dell’asilo al prossimo Vertice europeo, con l’ambizione che un’intesa venga “finalizzata sotto la presidenza austrica” di turno – dunque entro fine anno – e l’indicazione che “va ripensato il concetto di stato di primo ingresso”, perché “chi mette piede in Italia mette piede in Europa”. Per ora il premier ha ottenuto dal francese la condivisione della “volontà di portare soluzioni comuni nel Consiglio di giugno”, ma sulle soluzioni effettive non sembra esserci ancora sufficiente sintonia.
La sintonia è piena, invece, sul rafforzamento dei controlli alle frontiere e sull’azione esterna, nei confronti dei “Paesi della sponda Sud del Mediterraneo”. Affrontare il problema fuori dai confini europei è la priorità, sulla quale per altro non faticheranno a convergere anche i Paesi del gruppo di Visegrad. Il “primo pilastro” della soluzione europea per la gestione dei migranti, sottolinea Macron, “è avere un approccio con i Paesi di transito”, dove vanno realizzate “missioni delle nostre agenzie per l’asilo” affinché operino in Africa l’identificazione dei richiedenti protezione e la valutazione delle loro domande. “Il secondo pilastro è un rafforzamento di Frontex”, prosegue Macron tirando in ballo l’Agenzia europea per la Guardia costiera e di frontiera. Poi bisognerà riformare il regolamento di Dublino e “armonizzare le nostre normative sull’asilo”, ma il problema va affrontato principalmente fuori dall’Ue.
Sul secondo tema dell’incontro, le questioni economiche sul tavolo dei leader europei a fine mese, Conte si è detto “favorevole al rafforzamento della governance dell’Eurozona” per “assicurare maggiore partecipazione di tutti i Paesi”. Il titolare di Palazzo Chigi punta “ad avanzamenti di meccanismi di condivisione dei rischi”, un ambito nel quale “siamo rimasti indietro concentrandoci sulla riduzione”.
“Sull’Eurozona Conte dovrà riunire i suoi ministri” per discuterne, premette Macron, “ma credo di poter dire che abbiamo dei punti di convergenza forte”, si sbilancia annunciando che “ci presenteremo anche insieme ad altri partner per fare una proposta comune”. Bisogna “completare l’unione bancaria per una piena stabilizzazione” del sistema creditizio e dell’Area euro, secondo il presidente francese, “e poi istituire questo meccanismo di garanzie collettive alla fine”, aggiunge riferendosi al cosiddetto “backstop” pubblico, una sorta di argine che consentirebbe di ricorre a risorse comuni in caso di crisi nel settore bancario. L’anfitrione riferisce che con l’Italiano c’è sintonia anche riguardo “l’idea di un budget dell’Eurozona che consenta investimenti, rilancio economico e maggiore convergenza tra le nostre economie”. Quello sulle regole economiche è un “lavoro che porteremo avanti anche con la Germania”, indica il presidente della Francia. E lì le convergenze potrebbero farsi più difficili.