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    Home » Politica » Parlamento europeo: basta litigi fra gli Stati, bisogna riformare Dublino

    Parlamento europeo: basta litigi fra gli Stati, bisogna riformare Dublino

    In mezzo alle polemiche tra Francia e Italia - e a poco meno di di una settimana dal Consiglio europeo che si occuperà della riforma di Dublino - il Parlamento europeo si infiamma in un dibattito sulla vicenda dell'Acquarius

    Caterina Tani</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/CTBRX" target="_blank">CTBRX</a> di Caterina Tani CTBRX
    14 Giugno 2018
    in Politica

    Bruxelles  – Nel bel mezzo delle polemiche tra Francia e Italia, seguite alla vicenda dell’Acquarius  – e a poco meno di di una settimana dal Consiglio europeo che si occuperà della riforma di Dublino – il Parlamento europeo si infiamma in un dibattito sul tema, il cui risultato principale è il riconoscimento della necessità di una soluzione urgente.

    “Chiedo alla Commissione e al Consiglio Ue di agire” sul tema dei migranti, ha detto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, aprendo il dibattito della Plenaria il 13 giugno.

    Tajani ha anche esortato i governi nazionali a concordare una via da seguire in materia di migrazione in occasione del vertice Ue a fine mese, invece di perdersi in sterili polemiche.

    Il 28 e il 29 giugno si riunirà il Consiglio europeo e, tra le diverse tematiche in agenda, la riforma del regolamento di Dublino e il sistema di asilo è una delle più urgenti.

    “Le beghe” fra gli Stati “non servono a nulla”, né “contribuiscono a risolvere un problema storico che crea allarme sociale ed effetti nefasti sull’intera unione europea”, ha spiegato il politico popolare.

    Piuttosto, ha aggiunto, “serve una strategia breve, medio e lungo breve per bloccare” il fenomeno”.

    Durante il dibattito, da più parti, in particolare dagli eurodeputati italiani ma anche dai rappresentanti delle tre istituzioni comunitarie, è venuto il supporto nei confronti del ruolo dell’Italia nel gestire la crisi, dal suo esplodere sino a oggi.

    Secondo la rappresentante della presidenza bulgara del Consiglio, “l’Italia ha accolto tutti i migranti per molti anni, a prescindere da dove venissero salvati” e  “dobbiamo riconoscerne il contributo significativo”.

    “Non ho intenzione di puntare dito contro nessuno – ha detto il commissario Ue per gli Affari interni riferendosi alle dispute italo-francesi – ognuno deve prendersi le responsabilità”, dicendosi poi sollevato per il lieto fine della vicenda e complimentandosi col governo spagnolo.

    Ma il commissario per gli Affari interni Dimitris Avramopoulos si è complimentato anche con “gli altri stati membri – in particolare l’Italia – che rispettano I nostri valori e si prendono la propria fetta responsabilità”, come dimostrato “anche dai 900 migranti sbarcati e accolti a Catania”. “Gli sforzi italiani sono erculei”, ha aggiunto, ma “ci vuole un’azione efficace prima che queste persone si imbarchino” attraverso il Mediterraneo.

    Nell’Ue “è tempo di smettere di cooperare” con la quinta colonna interna dei sostenitori della Russia, “con questa gente che lavora insieme a Orban”, il premier ungherese; bisogna “smettere di collaborare con Orban, Kaczynski, Salvini”, ha detto il capogruppo dei Liberaldemocratici al Parlamento europeo (Alde), Guy Verhofstadt, durante il suo intervento nel dibattito in plenaria di qualche ora prima con il premier olandese Mark Rutte . Il discorso scritto distribuito alla stampa conteneva anche un’altra frase in cui Verhofstadt, riferendosi ai sostenitori di Putin e al premier ungherese Viktor Orban, al leader populista polacco ed ex premier Jaroslaw Kaczynski, e al leader della Lega e ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, concludeva: “Questa gente ha un solo obiettivo, ed è quello di distruggere l’Europa, di uccidere la nostra democrazia liberale”.

    Molto accesi sono stati, durante la discussione, i toni dei deputati italiani, stranamente uniti in un trasversale “j’accuse” nei confronti del Presidente francese Macron – ma anche di alcuni Stati e dell’Ue stessa.

    “Se oggi abbiamo un Governo che a loro non piace per nulla – ha detto l’eurodeputato ex Cinque Stelle Daniele Viotti parlando dei francesi – forse è anche per le politiche che molti Stati hanno fatto contro l’Italia, non aiutando il nostro Paese negli anni passati.”

    il capogruppo della Lega al Parlamento Europeo Mara Bizzotto  ha invece dichiarato: “Sull’immigrazione non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dalla Francia di Macron e dei bulletti del suo partito che dovrebbero vergognarsi e scusarsi con gli italiani e con il ministro Salvini”.

    “Pensino alla guerra  – ha aggiunto Bizzotto – che la Francia ha scatenato in Libia, causando ondate di immigrati in Italia” e “pensino agli oltre 10 mila immigrati che la Francia ha respinto alla frontiera italiana nel solo 2018”.

    “Chiuderemo i porti”, ha concluso Bizzotto, aggiungendo: “L’Europa ha davanti a sé due strade: dare veramente una mano all’Italia e difendere le frontiere esterne, o continuare con la politica ipocrita di Macron”.

    E’ imbarazzante, ha commentato Raffaele Fitto dei Conservatori e RIformisti, ascoltare prediche “dal Paese che ha schierato soldati al confine contro donne e bambini”

    L’eurodeputato Cinque Stelle Piernicola Pedicini ha fatto notare che l’Italia “non è mai venuta meno al suo dovere di salvare le vite in mare” ma “è sola” e l’Ue deve “riformare il diritto d’asilo europeo”.

    Finchè non si entrerà “nell’ottica di idee di dare risposta Chiara il rischio è la grande ipocrisia di queste ore che”.

    La deputata Cecile Kyenge del gruppo S&D, deplorando l’operato del ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha invece affermato che “Il sistema di ricerca e salvataggio resta la nostra priorità, fiore all’occhiello dell’Italia grazie allo straordinario lavoro della Marina Militare, della Guardia costiera e delle Ong”.

    Secondo la deputata maltese Roberta Metsola, del Ppe, è “difficile non arrabbiarsi di fronte queste difficoltà”, ma sull’immigrazione “non ci deve essere spazio per chi batte i pugni sul tavolo” e “dobbiamo riformare Dublino per riequilibrare la solidarietà”.

    Tra i francesi, c’è stato chi come, Yannick Jadot ha invece accusato i leader europei di “codardia” per il fatto di “esternalizzare” la responsabilità sulla migrazione attraverso l’accordo con la Turchia e chi, come il francese dei Verdi Philppe Lambert tuona contro l’Italia.

    “Niente può giustificare che un paese chiuda le sue porte a una nave piena di esseri umani in difficoltà – ha detto Lambert – Salvini si è servito di vite” e questo “è inqualificabile”.

    Eppure, ha ammesso “condividiamo collera cittadini questi Paesi” bisogna porre fine all’ “iniquo Dublino”.

    Anche la spagnola Elena Valenciano dei Socialisti se l’è presa col ministro dell’Interno italiano e dicendo che Salvini ha utilizzato “la sofferenza umana per vincere qualche voto” ma, ha ammesso, “Italia, Spagna e Malta non possono essere abbandonate” più.

    All’inizio della settimana Roma e La Valletta si sono rifiutate di acconsentire che una nave di una Ong franco-tedesca piena di migranti attraccasse nei loro porti.

    Matteo Salvini ha rifiutato il permesso come parte di una nuova politica di linea dura sui migranti e lo stesso ha fatto Malta.

    Alla fine, il nuovo primo ministro spagnolo ha detto che avrebbe fornito un “porto sicuro” all’Acquarius e alle 629 persone a bordo.

    Tags: antonio tajaniCécile KyengeDimitris AvramopoulosDublinoElena ValencianoMara Bizzottomatteo salviniparlamento europeoPiernicola Pediciniroberta metsolaYannick Jadot

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