Roma – Dopo l’accordo individuato con Atene sul nome Repubblica di Macedonia del Nord, l’avvio dei negoziati con la ex Repubblica jugoslava per l’adesione all’Unione europea potrebbe essere deciso già nel Consiglio europeo di fine mese. A ritenerlo altamente probabile è il commissario europeo per le Politiche di vicinato e l’allargamento, Johannes Hahn, che ne ha parlato in una intervista all’agenzia di stampa macedone Mia.
Hahn ha ricordato la raccomandazione inviata in tal senso dalla Commissione al Consiglio lo scorso aprile, indicando che, dopo la storica intesa raggiunta con la Grecia – che rivendicava per la propria regione situata a Nord del Paese il nome esclusivo di Macedonia – Skopje meriterebbe un riconoscimento con l’avvio del dialogo sui capitoli negoziali previsti per l’ingresso nell’Ue.
Il commissario ha poi rivolto un appello al presidente macedone Gjorge Ivanov, il quale non ha ben accolto la sottoscrizione dell’accordo da parte del premier Zoran Zaev e del ministro degli Esteri Nikola Dimitrov. “Il testo dell’accordo è dannoso per la Repubblica di Macedonia”, aveva tuonato ieri Ivanov giudicandolo “inaccettabile”, perché a suo avviso “viola le leggi e la Costituzione”. Il presidente non è dunque intenzionato ad apporre la propria firma sull’intesa. Per questo, Hahn lo ha invitato ad “agire con responsabilità”, aggiungendo che “non rientra nelle prerogative del capo dello Stato rifiutare di parlare con il primo ministro e con il ministro degli Esteri, e di avere informazioni di prima mano” sull’accordo. Al contrario, per il commissario “confrontarsi con gli altri e discutere”, dal momento che rappresenta “anche un modello per i cittadini”.
Ad augurarsi che l’intesa non naufraghi sono anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. In una nota congiunta nella quale si congratulavano per lo storico accordo, i due hanno espresso anche l’auspicio “che questa opportunità unica di rilanciare la prospettiva di integrazione europea ed euro-atlantica della regione dei Balcani occidentali non venga sprecata”. La soluzione della disputa sul nome, infatti, sbloccherebbe anche l’ingresso della Macedonia nell’Alleanza atlantica. Già nel 2008, l’unico Paese Nato ad opporsi all’invito all’adesione nei confronti di Skopje era stato proprio la Grecia, a causa della controversia sul nome.