Bruxelles – Poche ore dopo la firma, da parte di Stati uniti e Corea del Nord, di una dichiarazione di intenti sulla questione atomica e sul miglioramento delle relazioni reciproche, l’Unione europea è sempre più determinata a mantenere vivo l’accordo sul nucleare con l’Iran, da cui Washington ha dichiarato il mese scorso di volersi ritirare.
Rivolgendosi alla Plenaria del Parlamento europeo, l’alta rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza Federica Mogherini ha dichiarato che l’accordo va mantenuto, perché Il ritiro “potrebbe avere conseguenze tragiche”, facendo precipitare il Medio Oriente in una “spirale di proliferazione” con il rischio di “passare un conflitto su vasta scala”.
Nonostante anche l’ultima delle 11 ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) avesse confermato che l’Iran si stava attenendo ai patti, lo scorso 8 maggio il Presidente statunitense Donald Trump aveva annunciato il ritiro unilaterale dall’accordo e il riavvio delle sanzioni contro Teheran.
La situazione, ha spiegato Mogherini, crea pressioni sulla comunità internazionale e sullo stesso Iran, prova ne sia la lettera che il presidente iraniano Hassan Rouhani ha scritto il 6 giugno all’Aiea, dicendosi pronto a costruire nuove centrifughe e ad aumentare la produzione di uranio arricchito “se l’accordo sul nucleare collasserà”.
L’intesa, ha aggiunto l’alta rappresentante, è anche un banco di prova per garantire il mantenimento del ”sistema multilaterale”, onde evitare che quello che viene “deciso multilateralmente possa essere distrutto unilateralmente”.
La questione economica – Il problema del ripensamento statunitense, tuttavia, non è solo una questione di sicurezza, ha ricordato Mogherini, ma “ha anche ripercussioni forti di carattere economico”, dal momento che la riattivazione delle sanzioni Usa può creare difficoltà alle imprese che nel frattempo avevano ricominciato a operare in Iran. Timore confermato dagli annunci di diverse grandi aziende europee sulla volontà di ritirarsi dal mercato iraniano.
Per cercare di ovviare alla situazione, l’Ue aveva deciso di adottare il 22 maggio delle misure per fronteggiare l’applicazione extraterritoriale delle sanzioni economiche decise da Trump contro Teheran, vietando da un lato alle imprese Ue di conformarvisi e dall’altro prevedendo un risarcimento per quelle rimaste vittime di tale sistema.
In questo quadro, ha spiegato Mogherini, la settimana scorsa “la Commissione europea ha emanato due atti delegati, uno dei quali è l’aggiornamento delle società americane che non possono rispettare gli accordi commerciali, mentre il secondo riguarda la richiesta alla Banca mondiale di continuare a sostenere l’Iran”. Entrambi, “dovrebbero prendere il via in agosto, dopo che sarà entrato in vigore il primo gruppo di sanzioni americane”. In generale, ha aggiunto la titolare della diplomazia europea, “miriamo a misure che mantengano la cooperazione” con l’Iran “in alcuni settori centrali come banche per il finanziamento, scambi commerciali, investimenti, petrolio e trasporti”.
La settimana scorsa, ha ricordato l’alta rappresentante Mogherini, insieme ai ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno unito, l’Ue ha inviato una lettera al segretario al Commercio statunitense Wilbur Ross, chiedendo “esenzioni specifiche” dalle sanzioni extraterritoriali per gli operatori commerciali europei in Iran. Il 28 maggio, a Vienna, i delegati dei restanti paesi firmatari dell’accordo su nucleare iraniano (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Germania) si erano riuniti cercando di elaborare un meccanismo per portare avanti l’applicazione dell’accordo anche senza Washington, e, nel contempo, per sostenere l’Iran nel rafforzamento della sua economia.
Le reazioni – Numerose sono state le reazioni e i commenti degli eurodeputati alle dichiarazioni di Mogherin,i in un dibattito dai toni accesi e nel quale non sono mancate anche critiche, provenineti in particolare da alcuni esponenti dell’estrema destra del gruppo Enf, e da gruppo Efdd. La maggior parte degli interventi sono stati a sostegno dell’operato del capo della diplomazia Ue e dell’accordo, come il deputato dei Socialisti e Democratici Victor Boştinaru, secondo il quale l’accordo “è cruciale per la non proliferazione e dovrebbe essere mantenuto”. Il deputato britannico conservatore Charles Tannock ha dichiarato che “la decisione di Trump è sconcertante” e che l’Ue deve “convincere gli Usa che è necessario rispettare gli obblighi e tutelare le aziende europee”. “Se l’Ue segue la volontà di Trump – ha presagito il deputato tedesco dei Verdi Buchner – l’Iran svilupperà la bomba atomica”, poi anche “l’Arabia Saudita vorrà l’arma nucleare e non sarà l’unico” Paese a coltivare questa ambizione. Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente dei 5 Stelle , ha invitato alla diplomazia con gli Stati uniti proponendo di fare un appello a Trump: “Sediamoci insieme e, partendo dalla base, cominciamo negoziati per ampliare” l’accordo, venendo incontro alle esigenze statunitensi.
Alcuni eurodeputati, tuttavia, si sono detti contrari a continuare a sostenere l’accordo con l’Iran, come David Bannerman dei Conservatori e riformisti, che l’ha definito “disastroso” argomentando che “i documenti segreti degli israeliani dimostrano” che l’Iran si sta dotando di armi nucleari e che, quindi “Trump ha ragione e l’Unione ha torto”. L’eurodeputato Efdd Mike Hookem ha detto che con le sue misure “è come se l’Ue cercasse di fare una guerra contro i partner americani”, invitando poi a “sfruttare l’indipendenza che la misura americana ci dà”, dal momento che “l’accordo con l’Iran è morto e dobbiamo rendercene conto”.
Non si è fatta attendere la reazione di Mogherini, convinta che “preservare l’interesse dell’Ue in termini economici è una questione prioritaria”, e stupita dal paradosso secondo cui “alcune forze che hanno sempre chiesto l’autonomia” adesso “hanno la tentazione di non seguire Bruxelles” per seguire “Washington”.