Bruxelles – “Se i leader dell’Ue non riescono a riformare il nostro sistema comune di migrazione e asilo in Europa durante la prossima sessione del Consiglio, dobbiamo portare il Consiglio in Tribunale ai sensi dell’articolo 265 del Trattato per ‘mancata azione'”. Lo ha proposto il leader dei liberali al Parlamento europeo Guy Verhofstadt durante la seduta di oggi.
Dal 2014 più di 10.000 uomini, donne e bambini sono annegati nel Mar Mediterraneo, ha ricordato l’ex premier belga, criticando pesantemente il Consiglio per non aver intrapreso le azioni necessarie per porre fine alla crisi: “Non punto il dito su nessun Paese, non verso l’Italia, non verso Malta, e certamente non verso la Spagna – ha detto Verhofstadt -. È troppo facile incolpare il premier Muscat o il ministro Salvini, anche se disprezzo davvero le sue idee. È troppo facile dare lezioni morali dal Nord al Sud, mentre i Paesi del nord si nascondono dietro un sistema anti-europeo e di asilo, che non funziona”.
Il leader liberale punta invece il dito “contro tutti loro, tutti gli Stati membri, il cosiddetto Consiglio europeo. La tragedia nel Mediterraneo è la loro colpa, la loro responsabilità collettiva. È loro responsabilità che due anni dopo che la Commissione ha proposto di riformare le regole di Dublino, non hanno ancora trovato una posizione. Gli Stati membri si rifiutano ancora di dare all’Europa la piena responsabilità di proteggere le nostre frontiere esterne. Peggio ancora – ha insistito Verhofstadt -, abbiamo esternalizzato questo compito a Erdogan e ora anche alle bande criminali che terrorizzano la Libia”.
Il belga ha dunque esortato il Consiglio a compiere due passi necessari: concordare una posizione comune su una riforma del regolamento di Dublino e creare centri di accoglienza europei nei paesi di transito africani:
“L’unico modo per evitare un altro disastro, come quello cui stiamo assistendo oggi, è la creazione di centri di accoglienza nei paesi di transito in Africa. I rifugiati – spiega Verhofstadt – dovrebbero avere la possibilità di presentare domanda di asilo e protezione lì. In questo modo non verrebbero spinti nelle mani dei trafficanti di esseri umani o delle bande criminali libiche che violentano le donne e rubano i loro soldi”.
Articolo 265 (ex articolo 232 del TCE)
Qualora, in violazione dei trattati, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione o la Banca centrale europea si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell’Unione possono adire la Corte di giustizia dell’Unione europea per far constatare tale violazione. Il presente articolo si applica, alle stesse condizioni, agli organi e organismi dell’Unione che si astengano dal pronunciarsi. Il ricorso è ricevibile soltanto quando l’istituzione, l’organo o l’organismo in causa siano stati preventivamente richiesti di agire. Se, allo scadere di un termine di due mesi da tale richiesta, l’istituzione, l’organo o l’organismo non hanno preso posizione, il ricorso può essere proposto entro un nuovo termine di due mesi. Ogni persona fisica o giuridica può adire la Corte alle condizioni stabilite dai commi precedenti per contestare ad una istituzione, organo o organismo dell’Unione di avere omesso di emanare nei suoi confronti un atto che non sia una raccomandazione o un parere.