Bruxelles – All’indomani dell’annuncio, da parte della Nato, di un rafforzamento trasversale della struttura dell’Alleanza nel Vecchio e nel Nuovo Continente (in Europa, Usa e Atlantico), il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg ha comunicato l’intenzione di consolidare ulteriormente la cooperazione con l’Unione europea, già ad un “livello senza precedenti” negli ultimi due anni, soprattutto riguardo ai migranti e alla mobilità militare.
Parlando durante la seconda giornata del meeting dei i ministri della Difesa dei 29 Paesi Nato a Bruxelles, al quale ha partecipato anche l’Alta rappresentante per la politica Estera e di Sicurezza Ue Federica Mogherini, Stoltenberg ha detto che rinforzare i legami fra le due organizzazioni è “naturale” perché l’Ue e la Nato hanno molti “membri, interessi e sfide” in comune.
L’idea – ha spiegato il politico norvegese – è quella di concordare con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e quello del Consiglio Ue Donald Tusk “una più stretta cooperazione, da formalizzare attraverso la firma di una dichiarazione congiunta (Joint Declaration) durante il summit Nato di luglio.
Una maggiore collaborazione per quello che riguarda i migranti è “possibile, assolutamente” e “le operazioni marittime sono parte di questo”, attraverso l’Operazione Sophia e la “presenza della Nato nell’Egeo e in Turchia”, ha sottolineato il numero uno della Nato.
“E’ presto per dire dove e quando, ma la Nato è lì e passi avanti sono necessari”, ha aggiunto Stoltenberg. Analoghi miglioramenti, ha sottolineato, devono essere conseguiti “nell’area della mobilità militare comune”. Vuol dire, tanto per fare un esempio, che “dovrebbe essere più facile muoversi da Tolosa a Tallin”.
In tal senso, ha ricordato Stoltenberg, “abbiamo già iniziato con l’Action Plan, approvato a marzo dall’Ue, a finanziare investimenti nelle infrastrutture che devono essere coerenti” con le necessità “molto dettagliate” della Nato “di muovere persone”.
Alcune infrastrutture – ha specificato Stoltenberg- verranno finanziate anche con il sostegno dell’Ue, mentre questo non varrà per gli stati “che non sono membri” e, in ogni caso “alla Nato non importa se c’è un finanziamento dell’Ue o nazionale, interessa che le infrastrutture siano” dove devono essere.
“Siamo già in grado di muovere le forze attraverso il suolo europeo in situazioni di crisi”, ha precisato il segretario della Difesa statunitense James Mattis. “Ma quello di cui parliamo è mettere in piedi un processo che renda questo la norma, non solo in situazioni di crisi ma per accrescere sempre la prontezza delle nostre forze” (la cosiddetta ‘readiness’), che, già ora, ha aggiunto, “è pienamente credibile” così com’è.
“Una difesa europea più forte è fondamentale per la Nato ed è per questo che la nostra cooperazione sta aumentando così tanto”, ha dichiarato l’alta rappresentante Ue Federica Mogherini. “Allo stesso tempo stiamo aumentando sullo specifico le iniziative di difesa dell’Unione europea”. Con la Nato “abbiamo anche importanti attività di cooperazione nella sicurezza informatica e nel contrasto alle minacce ibride, e, sul campo, nei vari teatri operativi”.
In sostanza si va verso una crescente cooperazione militare fra la Nato e la Uee sui temi di maggiore valenza strategica.
A margine della ministeriale, Mogherini ha anche incontrato la neoeletta ministra della Difesa italiana Elisabetta Trenta. Sul progetto della mobilità militare il ministro Trenta ha espresso “grande favore”, in particolare per quel che riguarda il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, del quale “beneficerebbe anche l’Italia”.
Trenta, che ha incontrato anche Mattis, ha confermato il supporto dell’Italia alla firma di una nuova Joint Declaration per “migliorare la complementarietà Nato-Ue” e la mobilità militare. “La Difesa europea – ha aggiunto il ministro – non è in contrasto con il ruolo della Nato, bensì rinforza il suo ruolo nella sicurezza e nella difesa collettiva”.
Serve “un approccio strategico condiviso a tutte le crisi”, ha aggiunto. “Bisogna evitare duplicazioni” e dunque “più sinergia attraverso l’adozione di procedure comuni nell’interesse dei cittadini e della loro sicurezza”.